lunedì 4 maggio 2015

Cosa accade se si priva l'Amore della Giustizia


Il dio romano Imeneo, benché simbolo di forza sessuale e bellezza, non era vate d’un amore dissoluto, frivolo ed edonistico: il suo esser sovente raffigurato col fascio littorio in mano ci insegna che l’amor sexualis è una cosa seria che deve sottostare a severe regole di giustizia.
Hyménaios é, nella mitologia greca, il bellissimo efebo che nacque dalle nozze tra Dionisio ed Afrodite.Concepito dai due archetipi più voluttuosi della cosmogonia illenica, Hyménaios è però simbolo di fedeltà, ritualità e totale fiducia nell’amore inteso come salvezza dell’animo ed eterna promessa. Secondo la tradizione romanica Imeneo è invece figlio di Apollo e  di una musa, forse Calliope, ed è il protettore dei matrimoni. Per ambo le tradizioni questo giovane e bellissimo efebo  era  innamorato di  una donna che però non ricambiava il suo sentimento. “Amor ch’a nullo amato amar perdona” ne scriveva l’iniziato Dante, rifacendosi  ad un discorso esoterico inerente la setta dei Fedeli d’Amore e non certo l’amore tra uomini: quando si è davvero innamorati, accettare che l’oggetto del proprio amore ami qualcun altro è impossibile.
L’amore che il giovane dio provava per la bellissima nobil donna ateniese  era straziante, e lei, che un poeta con scarsa fantasia nel crear metafore definirebbe una “figa di legno”, non aveva nessuna intenzione di cedere alle sue avances.
Imeneo era così innamorato di questa graziosa pulzella che iniziò a pedinarla ovunque,  diventando così anche il Dio dello stalking. Un giorno lei  decise di partire in nave per andare ad Eleusi, dove avrebbe partecipato ad alcune feste in onore a Demetra. Imeneo, che non voleva in alcun modo accettare d’averla lontana, decise di travestirsi da donna e seguirla sulla sua stessa nave attraverso il mare. Ed ecco che, improvvisamente, dai flutti apparve una flotta di pirati inferociti. I buzzurri assaltarono il loro vascello per depredarlo, violentare le ragazze e farle loro schiave. Quando però tentarono di stuprare Imeneo…. ebbero proprio una brutta sorpresa.
L’impavido e coraggioso giovane sconfisse i pirati e riuscì a liberare la sua amata, che riportò trionfante ad Atene. Lei, dopo aver avuto la prova del suo amore, decise di sposarlo. Le loro nozze furono meravigliose e la loro promessa d’amore eterno restò salda nel tempo. Per la gioia dei sognatori, che a quei tempi non avevano ancora i film di Walt Disney da guardare, Imeneo e la sua bella vissero per sempre felici e contenti.
Oggi Imeneo non esiste più. L’amore non regge più un fascio littorio, allegoria di giustizia e Nemesi divina, bensì un dildo da gay pride. Imeneo, che riuscì a sconfiggere i pirati,  oggi è stato ucciso dalle Femen. Imene, il vero uomo che per stare vicino ad una donna arriva persino a travesirsi, è morto nella barba di Conchita Wurst. Imeneo, figlio della musa delle arti e  della poesia Calliope, è morto tra le pagine di cinquanta sfumature di grigio. Imeneo potrà risorgere solo quando le donne inizieranno a ritrovare la femminilità, la mansuetudine ed il nobile istinto materno che non è compatibile con la società delle frivolezze.
Liliane Tami

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