lunedì 18 maggio 2015

Emergenza: democrazia diretta in pericolo




Il prossimo 14 giugno il popolo e i cantoni svizzeri saranno chiamati a manifestare la propria volontà di scelta. Secondo uno studio di Avenir Suisse questo “eccesso” di libertà è però sconveniente e fastidioso. Non tutti sono fatti per amare la libertà e la democrazia diretta- ma permettersi di stilare una riforma di cinque proposte al fine di sabotare il sistema delle iniziative popolari è un vero e proprio oltraggio ad ogni singolo cittadino elvetico. Gerhard Schwarz, direttore di Avenir Suisse, vorrebbe che il Consiglio Federale, anzichè limitarsi ad incaricare la segreteria Federale di svolgere un esame formale del testo, verificasse il contenuto materiale dell’iniziativa. Il suo timore è che i cittadini ( Homo Sapiens Sapiens), avvalendosi della facoltà di pensare e di autodeterminarsi, propongano iniziative popolari contrarie alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

 

domenica 10 maggio 2015

Manuale di sopravvivenza per papà separati


Venerdì  8 maggio Roberta Rocco, sovrintendente della Polizia di Stato in servizio alla Questura di Genova, ha presentato il suo libro intitolato “ Manuale di sopravvivenza per papà separati”. La presentazione del libro, e soprattutto della tematica,  è stata arricchita anche dagli interventi di Igor Iezzi (Segretario della lega Nord di Milano), di Antonio Saggese ( consigliere della Lega Nord e vice presidente dell’associazione papà separati) e di Fabrizio Fratus, sociologo.

Il problema: Uomini troppo poveri per mantenere le ex-mogli ed i figli
Igor Iezzi, che ha aperto il dibattito, ha messo subito in luce il problema: la nuova povertà, sempre più frequente, tende a colpire anche la classe sociale cosiddetta “media” e gli uomini separati che devono provvedere a mantenere i figli e le ex-mogli non sono più i grado ci far fronte a tutte le spese. Per  eludere questo dramma sociale, che sempre più spesso costringe uomini disperati ad adottare soluzioni estreme, come l’andar a vivere in automobile o tornare a casa dai “nonni”,  bisogna creare leggi adeguate, come ad esempio il diritto alla bigenitorialità o l’affido condiviso.

I numeri: 1'000'000 di papà vittime del sistema in Lombardia
Antonio Saggese, consigliere Regione Lombardia, ha evidenziato la portata del dramma che vivono costantemente i genitori non-affidatari: solo in lombardia, che conta 10 milioni di abitanti, un milione di famiglie è divorziata. Ciò significa che due milioni di adulti ne sono direttamente coinvolti. Calcolando che una famiglia ha 1,5 figli a testa, il totale delle persone che devono affrontare questa situazione, sia come bambini che come genitori, sono ben 3,5 milioni, ossia più di un quarto di tutti gli abitanti.

La soluzione sociale
La Lega Nord ha chiesto un fondo sociale di 500 milioni di euro allo stato centrale per poter aiutare i papà bisognosi. Come ha ribadito più volte Antonio Saggese, la Lega Nord vorrebbe che lo stato sociale  desse 400 euro al mese, per almeno 6 mesi, alle famiglie spezzate che versano in condizioni economiche particolarmente fragili. Bisognerebbe anche desumere questi soldi dall’ISE, perchè i soldi che il papà deve dare alla ex-moglie ed ai figli gli vengono anche regolarmente tassati, come se ne facesse uso personale. Inoltre si vorrebbe introdurre l’assegno peritativo, che permetta di controllare il conto-corrente della madre. Accade troppo spesso che l’ex-moglie sperperi in spese accessorie i soldi che dovrebbero essere invece investiti per la tutela, gli alimenti e la formazione dei figli.
Case occupate ed alberghi ai clandestini?
Il papà separato deve lasciare la casa di sua proprietà alla moglie ed ai figli. Pur vivendo con un reddito minimo non gli è consentito però fare richiesta per farsi inserire nella graduatoria delle case popolari, giacché risulta comunque già proprietario di una casa. Il genitore separato non può partecipare al bando per le case popolari, e questo lo costringe a tornare, sempre più spesso, a vivere dai “nonni”. Se è sfortunato, il genitore non-affidatario che possiede una casa ma non ne ha disponibilità è costretto a vivere in automobile o alla Stazione Centrale di Milano.
La soluzione burocratica
La lega Nord vuole modificare il bando dell’assegnazione della casa, al fine che anche il papà sfrattato possa prendersi i punti che merita in graduatoria. Per cercare di ottenere delle facilitazioni in questo senso è bene anche informarsi e chiedere l’assegnazione in deroga al comune.

Il manuale di sopravvivenza
Vincenzo Sofo (consigliere di Zona 6 di Milano) moderatore del dibattito,  ha voluto chiedere all’autrice del libro perchè lei, donna, si fosse occupata di questa tematica prevalentemente maschile.

Roberta Rocco: L’autrice

Roberta Rocco, poliziotta che dal 2012  è abilitata all’esercizio della professione di avvocato, ha risposto che ha scelto di aiutare i papà divorziati con questo manuale d’istruzioni per sopravvivere al divorzio per due motivi: la prima ragione è che  anche lei,   donna (felicemente) divorziata con una bambina piccola,  si è accorta di quanto, oggettivamente, sia ingiusta e discriminante la legge nei confronti del papà. In secondo luogo lei lavora in un ambiente prevalentemente maschile e stando tante ore in automobile coi colleghi papà divorziati...si è resa conto, da amica e confidente, delle tragedie morali/economiche in cui vivono e a cui devono far fronte. Lo stipendio di un agente di polizia non è tra i più alti, e dover mantenere dei bambini ed una moglie dopo al divorzio, non potendo nemmeno più vivere a casa propria, diventa una lotta alla sopravvivenza quotidiana.

Legge 54 del 2006: Più diritti, parità e giustizia per i papà separati
Nel libro è spiegato che vi possono essere diversi modi per ridare dignità ai genitori non affidatari: ad esempio l’affido condivido, il principio di proporzionalità e l’attuazione legislativa delle pari opportunità. Tutte queste belle cose sono ben spiegate nella legge 54 del 2006 che si occupa delle seprazioni. Però pochi genitori non affidatari ne sono a conoscenza e quindi, dopo aver firmato un rovinoso accordo di divorzio consensuale, finiscono in situazioni economiche drammatiche perchè non sono a conoscenza dei loro diritti. La legge 3 del 2012 ha proposto anche l’introduzione di un assegno per ridimensionare i debiti.

P.A.S: Parental Alienation Syndrome 
 Può capitare che il genitore affidatario, spesso la madre, inconsapevolmente, faccia il lavaggio del cervello ai figli facendogli credere che il padre è un mostro/ un nemico. La P.A.S, sindrome di alienazione parentale, è un disturbo che è stato individuato nel 1984  dallo psichiatra Richard Gardner che però in italia non  è ancora riconosciuto. Per far fronte a questo problema è fondamentale che le donne si rendano conto che si, esistono uomini che sono pessimi mariti, ma che al contempo coi figli sono ottimi padri. In caso di divorzio la donna può punire il marito verbalmente  senza però coinvolgere nei suoi sfoghi emotivi i figli, perchè loro hanno bisogno di vedere la figura del padre essere mantenuta intatta.  Inoltre accade molto spesso che le ex-mogli usino i figli come arma, trasformandoli in strumenti con cui ricattare i padri. “ Se non mi dai i soldi non ti faccio vedere tuo figlio” è la frase con cui si compie l’omicidio morale di un papà col cuore infranto.

La genealogia del male
Fabrizio Fratus, sociologo, ha concluso il dibattito  dimostrando come una concezione filosofica e  morale della vita possa avere drastiche ripercussioni sulle strutture della società. L’individualismo esasperato che s’è affermato all’inizio del 1900 ci ha portati ad una visione egoistica tale da trattare il prossimo come una merce e non più come una persona. Ciò comporta la morte di  una società che si basa sui legami duraturi tra persone.  Come diceva Aristotele, alla base della Polis deve esservi il nucleo della famiglia. Gli individui  disumanizzati , in quanto strappati dal loro contesto famigliare, vengono mercificati e non possono che instaurare tra di loro delle relazioni “usa e getta” .  Nel 1970 per soddisfare quest’esigenza  sociale di libertà, data dall’egoismo e dalla volontà di de-responsabilizzazione,  è stata creata la legge per il divorzio. Di fatto, quella che doveva essere una benedizione, si è mutata in una condanna:  ha inaugurato il picco del calo demografico.


Liliane Tami 

lunedì 4 maggio 2015

Cosa accade se si priva l'Amore della Giustizia


Il dio romano Imeneo, benché simbolo di forza sessuale e bellezza, non era vate d’un amore dissoluto, frivolo ed edonistico: il suo esser sovente raffigurato col fascio littorio in mano ci insegna che l’amor sexualis è una cosa seria che deve sottostare a severe regole di giustizia.
Hyménaios é, nella mitologia greca, il bellissimo efebo che nacque dalle nozze tra Dionisio ed Afrodite.Concepito dai due archetipi più voluttuosi della cosmogonia illenica, Hyménaios è però simbolo di fedeltà, ritualità e totale fiducia nell’amore inteso come salvezza dell’animo ed eterna promessa. Secondo la tradizione romanica Imeneo è invece figlio di Apollo e  di una musa, forse Calliope, ed è il protettore dei matrimoni. Per ambo le tradizioni questo giovane e bellissimo efebo  era  innamorato di  una donna che però non ricambiava il suo sentimento. “Amor ch’a nullo amato amar perdona” ne scriveva l’iniziato Dante, rifacendosi  ad un discorso esoterico inerente la setta dei Fedeli d’Amore e non certo l’amore tra uomini: quando si è davvero innamorati, accettare che l’oggetto del proprio amore ami qualcun altro è impossibile.
L’amore che il giovane dio provava per la bellissima nobil donna ateniese  era straziante, e lei, che un poeta con scarsa fantasia nel crear metafore definirebbe una “figa di legno”, non aveva nessuna intenzione di cedere alle sue avances.
Imeneo era così innamorato di questa graziosa pulzella che iniziò a pedinarla ovunque,  diventando così anche il Dio dello stalking. Un giorno lei  decise di partire in nave per andare ad Eleusi, dove avrebbe partecipato ad alcune feste in onore a Demetra. Imeneo, che non voleva in alcun modo accettare d’averla lontana, decise di travestirsi da donna e seguirla sulla sua stessa nave attraverso il mare. Ed ecco che, improvvisamente, dai flutti apparve una flotta di pirati inferociti. I buzzurri assaltarono il loro vascello per depredarlo, violentare le ragazze e farle loro schiave. Quando però tentarono di stuprare Imeneo…. ebbero proprio una brutta sorpresa.
L’impavido e coraggioso giovane sconfisse i pirati e riuscì a liberare la sua amata, che riportò trionfante ad Atene. Lei, dopo aver avuto la prova del suo amore, decise di sposarlo. Le loro nozze furono meravigliose e la loro promessa d’amore eterno restò salda nel tempo. Per la gioia dei sognatori, che a quei tempi non avevano ancora i film di Walt Disney da guardare, Imeneo e la sua bella vissero per sempre felici e contenti.
Oggi Imeneo non esiste più. L’amore non regge più un fascio littorio, allegoria di giustizia e Nemesi divina, bensì un dildo da gay pride. Imeneo, che riuscì a sconfiggere i pirati,  oggi è stato ucciso dalle Femen. Imene, il vero uomo che per stare vicino ad una donna arriva persino a travesirsi, è morto nella barba di Conchita Wurst. Imeneo, figlio della musa delle arti e  della poesia Calliope, è morto tra le pagine di cinquanta sfumature di grigio. Imeneo potrà risorgere solo quando le donne inizieranno a ritrovare la femminilità, la mansuetudine ed il nobile istinto materno che non è compatibile con la società delle frivolezze.
Liliane Tami

venerdì 1 maggio 2015

Contro-propaganda: Pensare ai jihadisti coi gattini. Parola di un esperto.


Martedì 28 aprile, presso l’Università Cattolica di Milano, ha avuto luogo una conferenza intitolata “ Istituzione, Media e Terrorismo”.
 A tenere alta l’attenzione vi erano  il prof. Marco Lombardi, docente di crisis management and risk communication, il dott. Maurizio Romanelli,  coordinatore del dipartimento terrorismo ed attività eversive della Procura di Milano e Procuratore aggiunto della Repubblica, ed ul prof. Farouq Warl Eissa, docente di cultura e lingua araba.


Il convegno, moderato da Andrea Lavazza, caporedattore di Avvenire, si è aperto con Farouq Wael Eisse, che ha criticato aspramente la nostra società attuale per due motivi fondamentali: La perdita dei nostri valori e l'uso improprio che facciamo dei mass-media, fomentandoci da soli il nostro terrore.

Primo problema: L’incontro tra Islam e modernità
 A scatenare gli attentato terroristici, a detta sua, non sono i versetti del corano, bensì  l’incontro tra le culture arabe e l’occidente, oramai svuotato dei suoi valori. L’ordigno della religione islamica è stato reso esplosivo proprio dal suo scontro forzato con la modernità. Boko Haram, gruppo terroristico attualmente guidato da Abubakar Shekau che il 7 marzo scorso ha giurato fedeltà all’ISIS,  in lingua hausa vuol dire “ L’istruzione occidentale è proibita”. Secondo le stime di Riccardo Ferretti, questa società paladina dell’antioccidentalismo  avrebbe già ucciso 13.000 mila civili ( di cui ben 6300 solo nell’aprile 2014), tra cui , soprattutto, cristiani. Farouq Warld Eissa ha sottilineando che, per una gran parte del mondo medio orientale “ occidente” è , paradossalmente, sinonimo di violenza e confusione. Basti pensare che è stata proprio la modernità figlia del liberismo statunitense a trasformare le sciabole egiziane in cannoni ed a trasformare i coltelli iraniani in Smart Bomb.

Secondo problema: la parola “ legge” in arabo non esiste.
Cosa è la libertà per gli occidentali? I musulmani non riescono a contestualizzare questo termine, dal momento in cui la loro intera esistenza è segnata dal concetto di Islam, ossia “sottomissione “ a Dio, e la libertà può essere trovata solo percorrendo la strada che porta alla fonte dell’acqua, ossia la shar’ia. Dal momento in cui la libertà cessa di percorrere la via di Dio si muta in peccato, e ciò rende schiavi del male. E che senso ha essere liberi nel corpo, se poi lo in realtà si è schiavi di Iblis , allegoria del male?
Altro grande dilemma del mondo islamico è l’esistenza della legge e dei codici penali. Come possono esistere delle sentenze universali che vanno bene per tutti, dal momento in cui ogni individuo è dotato di un proprio buon senso individuale ( ra’yn) e che ogni problema può esser valutato singolarmente  da un’esperto di teologia, il Muftì, ? Il professore di cultura araba ha concluso dicendo che,nonostante la pretesa dell’Islam di essere uno stato universale, la convivenza tra cristiani ed islamici può esistere, ed alcuni splendidi esempi a riguardo sono la Siria ( moderata) o l’Iraq. A patto, però, che i cristiani godino della loro libertà senza perdere di vista i valori morali minimi.

Il prof Marco Lombardi ha confermato che l’islam politico, essendo una religione, non ha ragione d’esistere. Poi ha anche messo in luce un’altro problema: Quello della territorialità. L’Isis, l’Islamic State of Iraq e Siria, continua a proclamarsi tale anche se invade il territorio geografico di altre nazioni. I popoli musulmani, discendendo da tribù nomadi, non hanno inglobato il concetto di “territorialità” legato allo spazio terrestre che invece è tanto caro agli identitari europei. Questo Islamic state, diviso in province, è davvero una grande minaccia per l’Occidente, ma è eliminabile. Però la coalizzazione anti-isis, messa in piedi da Obama, non sembra intenzionata a combatterlo per davvero. Basti pensare che la Giordania, da sola ed in soli 2 giorni di bombardamenti, ha distrutto ben il 20% degli arsenali dell’Isis, cosa che invece gli Stati Uniti, nonostante il grande chiasso mass mediatico e gli immensi investimenti, non hanno ancora fatto.

Le strategia a “doppio binario” dell’ISIS
L’ISIS possiede una regia competente di tutti i mezzi di comunicazione, e soprattutto si avvale di “prodotti” specifici per il target che vuole colpire.
Noi, in occidente, abbiamo una visione orripilante dei miliziani, perchè loro si impegnano a farci avere il materiale contenente gli scempi più orribili. Purtroppo i nostri mass media, come afferma Monica Maggioni, godono nell’amplificare queste immagini che ci incutono terrore e diffondono impotenza. Nei paesi governati dall’Islamic State i terroristi si trasformano in gentili papà di famiglia che distribuiscono brochure con fiorellini e smiles sorridenti ai bambini su cui è spiegato perchè è cosa buona e giusta lo stato islamico. L’Isis è forte perchè usa le nostre vulnerabilità culturali ( cioè la perdita dei fondamenti morali e culturali) e e perchè ci lasciamo impressionare dalle sue minacce, che di fatto sono solo esagerazioni. È fondamentale, per questo. smettere di stare al loro gioco terroristico e sponsorizzare sui mass media il loro lato dolce/ridicolo/paradossale per esorcizzarne la paura. A riguardo, basti pensare la quantità di jihadisti che nel tempo libero allattano micini. 


Il Dottor Romanelli ha chiuso la conferenza focalizzando l’attenzione sulla questione geopolitica. A detta sua, il motivo del terrorismo islamico è il vecchio scontro tra “ Blocco occidentale” e “ Blocco orientale” che ha contraddistinto la guerra fredda. Il padre dell’Isis è stato lo scontro per le materie prime che è in atto in medio oriente. 

Esistono infatti due principali gasdotti, causa di quasi tutti i conflitti :

 1)Il gasdotto  della Russia , che passa attraverso la Siria e l’Iran

2) Il gasdotto della Turchia, controllato dall'occidente

 Questo spiega come mai, nonostante l’Arabia Saudita sia una dittatura molto più severa di quella tenuta da Gheddhafi, sia comunque tollerata e persino sostenuta dagli Stati Uniti. L’Isis è divenuto il capo espiatorio- ma non bisogna dimenticare che l’Arabia Saudita ha fatto ancora più morti. Accanto all’Arabia Saudita vi è anche un altro paese dalle posizioni ambigue:

 Il Qatar, tollerato dagli Stati Uniti in virtù delle sue riserve petrolifere, è anche uno dei maggiori finanziatori dell’Islamic State. Inoltre il Qatar, nono fondo monetario mondiale, grazie alla sua ricchezza, rischierà di rivelarsi, per noi, un vero e proprio conquistatore: basti pensare al fatto che ha appena comprato il noto marchio italiano Valentino e la serie di nuovi palazzi appena inaugurati nei pressi della Stazione Centrale di Milano. Momentaneamente l’occidente si preoccupa dei miliziani e delle teste mozzate e disperde le proprie attenzioni nella paura del sangue, senza riuscire ad accorgersi che il vero avanzamento dell’Islamic State è perpetrato sotto altri nomi e per mezzo della carta di credito. 

Sempre più persone lasciano l’europa per raggiungere l’Islam e viceversa: In Inghilterra i ghetti islamici si sono trasformati in vere e proprie società parallele con un loro tribunale ed il fenomeno dei foreign fighters, nati cristiani, che decidono di lasciare tutto per combattere con Hallà è in crescita. Il futuro è preoccupante, ma non tanto per via dell’islam in sè, bensì per la perdita di noi stessi.

Il professor Romanelli ha concluso il suo discorso con la toccante immagine di Guido Galli, professore universitario vittima di terrorismo politico  il cui sangue ha sporcato il pavimento dell’università, per far capire che, purtroppo, il terrorismo, con una forma o con un’altra, continuerà a mieter vittime innocenti. Che poi ad uccidere siano fondamentalisti religiosi o semplici esaltati che usano la politica o la fede come pretesto per “giocare” ad impallinare persone per davvero poco importa: dal comunista  ( poi diventato “nero”) Roberto Sandro agli islamici la strategia resta del terrore sempre la stessa, e l’importante è non lasciarsi prendere dal panico. I mass media dovrebbero rassicurare la popolazione, anzichè impaurirla e creare ansia inutile nelle persone. Pensate ai jihadisti coi gattini. È una tattica anche questa.