sabato 25 aprile 2015

Spie americane addestrate a Campione d'Italia: la storia segreta del 25 aprile

Villa Mimosa a Campione d'Italia: È qui che grazie ad Allen Dulles, direttore dell'OSS (Office of Strategic Service, precursore della CIA) prese inizio la Liberazione d'Italia, che di fatto fu  l'opera di conquista dell'Italia da parte degli Alleati.

Allen Dulles , che stava a capo della scuola di formazione  di sobillatori/agenti provocatori/addestratori/agenti segreti, grazie ai soldi ceduti dagli Stati Uniti poté rifornire gli eserciti partigiani di armi e nuove strumentazioni belliche. L'intelligence americana , che non vedeva di buon occhio il comunismo, voleva che la resistenza si perpetrasse perlopiù mediante azioni armate a corto respiro e sabotaggi, ma la situazione politica sfuggi loro di mano, benchè riuscirono comunque a raggiungere il loro obbiettivo: Provocare e fomentare un 'insurrezione armata - già latente nel popolo italiano- che sarebbe poi stata  causa del Colpo di Stato.

Gli Alleati, però, avevano un timore: rafforzare con la loro strategia il Partito Comunista Italiano, nemico della democrazia quanto il fascismo. 
Distintivo dell'OSS
Anche la morte di Mussolini venne pianificata a Villa Mimosa:  Nel 2009, i ricercatori Cavalleri, Giannantoni e Cereghino, svolsero un attento esame dei documenti dei servizi segreti americani tra il 1945 ed il 1946 ( resi pubblici durante l’amministrazione di Clinton)  e scoprirono che la spia americana Valerian Lada-Mokarski aveva avuto un ruolo fondamentale nel monitorare che la fucilazione di Mussolini e Claretta Petacci avvenisse all’alba del 28 aprile del 1945 a Giulino di Mezzegra per mano di Michele Moretti, Aldo Lampredi (dirigente del Comitato Liberazione Nazionale) e Luigi Longo. 

  Il Comitato di Liberazione Nazionale ringraziò gli Americani per il loro fondamentale contributo nella Liberazione del paese lasciando che portassero a Villa Mimosa una grande  fetta del tesoro che Mussolini voleva portare con sé in Svizzera, composto da pellicce, diamanti e 600 kg d’oro, stimato per un totale di 800 milioni di euro. 


Liliane Tami 

http://www.mattinonline.ch/spie-americane-addestrate-a-campione-ditalia-la-storia-segreta-del-25-aprile/

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venerdì 24 aprile 2015

Sabotaggio navale: Imparare dai terroristi per colpire i nemici della Democrazia


Bombardare le navi è molto costoso, visibile e dispendioso: Legare con cavi d'acciaio le eliche o saldarle è molto più utile. Parola dei pirati ecologisti e dei Navy Seals.

Sea Shepherd è un gruppo di pirati  " Eco-estremisti" che combatte per proteggere le balene. La loro specialità...è quella di distruggere o incatenare le eliche delle navi dei pescatori e dei cacciatori di foche. La loro tattica di guerriglia, che comporta la massima resa col minimo sforzo, dovrebbe essere attuata in tutti quei porti in cui vi sono navi la cui movenza è sgradita.



 Sea Shepherd è la frangia più estremista e battagliera dell'associazione ecologista Green Peace.  Dal 1977 i " Pastori del Mare", tra cui anche Pamela Anderson, si battono usando mezzi più o meno legali per salvaguardare la fauna marittima.
 Sulle navi dei pirati "Sea Shepherd" sventola la bandiera nera col teschio nominata Jolly Roger e la loro guerriglia contro alle baleniere ed agli altri " Molestatori della natura" è perpetrata soprattutto attraverso atti di sabotaggio.

Essendo azioni terroristiche( a bassa intensità)  quantificare il numero preciso di navi che hanno sabotato - e a volte persino affondato- è impossibile. Ma, per certo, si sa che questo loro metodo funziona. E fa passare la voglia ai giapponesi di andare a pescare balene.

La C.I.A. Già si prodiga ad elargire specifici corsi di sabotaggio navale ai Navy Seals, affinchè i soldati possano imparare al meglio a saldare, corrodere, legare con cavi d'acciaio le eliche delle navi che non devono partire dai porti. Ed i nostri NOCS sono altrettanto preparati, per quanto riguarda la questione dei sabotaggi navali.

Il fatto che i mass media si ostinino a dire che esiste l'ipotesi di bombardare le navi ( magari con anche i clandestini a bordo)  è, quindi, una spietata contro-informazione che nuoce sopratutto all'immagine dell'apparato militare di stato.

http://www.defense.gov/photos/newsphoto.aspx?newsphotoid=14431


mercoledì 22 aprile 2015

Un film contro al razzismo...verso i bianchi



Cheyenne-Marie Carron è una giovane regista francese emblema del multiculturalismo:
 È infatti una bellissima ragazza mulatta  ( a vent’anni faceva la fotomodella)  che, dall’età di tre anni, vive dalla famiglia adottiva europea Carron. Dopo di lei la sua nuova famiglia multicolore ha accolto anche un altro bimbo di origine indiana con cui ha condiviso un’infanzia meravigliosa.

Nonostante questa  bellissima esperienza d’amore multietnico vissuta in prima persona la giovane Cheyenne si è resa conto però di un problema: l'immigrazione, se è tale da superare le popolazioni locali, diventa un problema insostenibile.

Questo film è la testimonianza oggettiva che dimostra che il razzismo, di cui di solito si accusano gli europei, è in realtà un fatto reciproco. “Patries”, che  è stato girato in meno di venti giorni ( le riprese, eseguite con un budget bassissimo, sono iniziate il 3 marzo e sono terminate il 22), mostra infatti l'astio che gli immigrati africani nutrono, a volte, nei confronti dei francesi bianchi che li accolgono.

La prima proiezione, che è stata fissata per il 20 giugno, è attesa con un certo timore proprio per via del tema estremamente delicato. Il razzismo nei confronti dei bianchi è, momentaneamente, ancora un tabù.

Il protagonista è il giovane Sébastien che, per volere della famiglia, è costretto a trasferirsi nella banlieau parigina. Il suo arrivo è però molto difficile perchè per far fronte alla solitudine cerca di integrarsi nel gruppo di giovani del suo quartiere che sono però...tutti neri. Viene deriso, emarginato e schernito dal gruppo di ragazzi africani che cerca di “ghettizzarsi” da solo.  

Il giovane capro espiatorio, grazie all’amico Pierre, proveniente dal Camerun, riuscirà però pian piano a farsi accettare dal gruppo  e potrà finalmente sentirsi a casa nel proprio quartiere.

https://www.youtube.com/watch?v=HIDScURItHE

martedì 21 aprile 2015

Liberland : lo stato senza tasse


Vit Jedlicka, membro del Partito (extraparlametare) dei Liberi Cittadini e  un convinto euroscettico, negli scorsi mesi si è auto eletto presidente del Liberland. La sua “repubblica” è un micro-stato sovrano che si situa sulle rive del Danubio, tra Zmajevac (Croazia) e Backi Monstor (Serbia).

 La sua nazione, essendo così piccola, può esser governata mediante la democrazia diretta, come era in uso nelle antiche polis Greche o nella rigogliosa città-stato medievale di Siena. Il vessillo dello stato-senza-stato ( scusate il gioco di parole) è  giallo e nero e ricorda la bandiera del movimento anarco-capitalista. La nazione sovrana di Liberland si estende su una superficie totale di 7 km quadrati ed è momentaneamente in cerca di cittadini e di donazioni.

Gli abitanti della nuova auto-proclamata repubblica non hanno l’obbligo di pagare le tasse e devono rispettare il motto “ Vivi e lascia vivere”. Per diventarne cittadini bisogna far richiesta via e-mail ( la nazione non è ancora provvista di un ufficio postale) e bisogna dimostrare di non avere avuto un passato da estremista politico, né nazista né comunista.
A Liberland lo stato non esiste:  tutto è privato e non c'è lo stato sociale, quindi non è terra d’interesse per clandestini ed opportunisti di vario tipo.

Visita il sito:
 http://liberland.org/en/main/

giovedì 16 aprile 2015

Nuovo decreto anti-terrorismo del 15 aprile

visualizza il testo completo: https://docs.google.com/viewer?a=v&pid=sites&srcid=ZGVmYXVsdGRvbWFpbnx1bnNlZW5zdHJhdGVneXxneDoxYTkyMjVhNmM2ODI0ZmIz

Il nuovo decreto anti-terrorismo approvato ieri alla Camera del Senato porterà modifiche significative alla lotta (inter)nazionale al terrorismo.





mercoledì 15 aprile 2015

Ra'y: Il "buon senso" dei terroristi è legittimo

La cultura araba differisce  dalla civiltà occidentale soprattutto per ciò che riguarda i rapporti tra il sistema giuridico e la religione. L'Occidente è laico, mentre il diritto dei paesi musulmani è fondato sulla rivelazione di Maometto.

 Gli ultimi tribunali religiosi europei, come la Santa Inquisizione e l’inquisizione Spagnola, sono stati chiusi durante al periodo dell’illuminismo.  L’Europa, che da poco più di una cinquantina d’anni  vanta un sistema giuridico democratico basato sulla tripartizione dei poteri (legislativo, esecutivo,giudiziario) ha potuto facilmente costruirsi una legge laica perchè, eccetto lo Stato vaticano, non ha comunità giuridicamente rilevanti fondate sulla religione.
  La comunità musulmana, in virtù della sua storia e delle sue radici, non contempla questa possibilità, giacché la scienza giuridica islamica ha come prima fonte proprio  il Corano. Nel mondo musulmano l’elemento legislativo è tutt’uno con quello religioso, perciò l'islam moderato o laico non può esistere.


Com’è nato il  diritto religioso 
islamico:
La scienza giuridica islamica, tradotta col termine Fiqh, è quell’insieme  di norme che regolano gli atti esteriori del musulmano nei doveri verso Dio e nei rapporti giuridici con gli altri musulmani. Il Fiqh è stato elaborato dagli ulema iracheni ( saggi musulmani) dal primo secolo dopo la rivelazione del Corano fino all’855 d.C. Gli ulema, specialisti della religione,  per scrivere il Fiqh usavano l’ijtihad, ossia lo sforzo razionale di interpretare il corano ed elaborare nuove leggi.

 I saggi  inizialmente avevano dibattuto su questioni inerenti il rituale, le tasse, il matrimonio ed il ripudio, e man mano si interessarono sempre più a problemi  giuridici. Il più grande Ulema  della storia è stato Muhammad al-Shafi ( 750-820 circa), che ha teorizzato la teoria dell’infallibilità della comunità (umma) musulmana. Nel 855, durante il regno della dinastia degli Abbasidi e dopo la morte de vennero “ chiuse le porte all’ijtjhad”, quindi i saggi non avevano più la possibilità di creare nuove leggi facendo uno sforzo razionale ma dovevano limitarsi a farlo “ per analogia”. Così venne inaugurata l’era del taqlid, fondata sul criterio dell’imitazione, che è in auge ancora oggi. Il fiqh, nei tre secoli in cui venne elaborato, si  divise in quattro scuole: Gli hanafiti, i malakiti, i shafiiti e gli hanbaliti.

Le 4 radici del diritto:

 Gli ulema hanno decretato che il diritto islamico ha quattro radici ( Usul al-fiqh): Il Corano, la Sunnah, l’Igmà e la Qiyas, tenute assieme dal buon senso individuale, il Ra’y.  Shari’a, termine spesso usato a sproposito, significa semplicemente “la via che porta alla fonte”.

Il Corano è libro che Dio, attraverso l’Arcangelo Gabriele, ha rivelato a Maometto. È composto da 114 sura, ordinate dalla più lunga alla più breve.

La Sunnah, che significa “tradizione”, è simile al nostro vangelo, in quanto vi sono collezionati i fatti inerenti la vita del profeta Maometto tramandati per tradizione orale. I racconti (hadit) presenti nella Sunnah spiegano la vita di ogni buon musulmano.

 L’Igma è la terza radice del diritto e,a  differenza delle altre due, non è rivelata bensì proviene dallo sforzo ( ijtihad) di intepretare il Corano e la Sunnah. Igma letteralmente significa  “ buon senso comune” e anche di fatto è  un accordo sul buon senso della comunità stipulato dai dotti ( ulema). A differenza del corano delle radici immutabili e rivelate, l’Igma può variare a seconda del luogo e dell’epoca.

Il Qiyas, che in arabo significa “comparazione di un termine con un’altro”,  è una forma di ragionamento logico che ha la funzione di risolvere quei problemi che non sono trattati né nei testi rivelati né dagli Ulema che decidono l’igma di una collettività. Ad esempio il Corano vieta di bere alcolici ( pena: 80 frustate per un uomo libero e 40 per uno schiavo) ma non si esprime sulle droghe. Avvalendosi però del Qiyas è possibile comparare le droghe con il vino e dedurre che anch’esse, dato che causano uno stordimento analogo a quello dell’ubriachezza, debbano essere punite con una sanzione corporale.

Ra’y: Il buon senso individuale è ciò che permette di elaborare ogni volta caso per caso, diventando avvocati di sé stessi.  Bere vino è sbagliato, ma grazie al buon senso individuale si può capire che è meglio berne un bicchiere piuttosto che morir di sete nel deserto.  Il ra’y è quindi la possibilità di ogni singolo musulmano di autolegislarsi, all’interno dei limiti del Corano, della Sunna e del buon senso della sua comunità( umma). Gli appartenenti alla comunità di Al-shabaab, volgarmente conosciuti come “ jihadisti dello Stato Islamico” rispettano il corano, la sunna, L’Igma della loro comunità, ragionano seguendo la logica del Qiyas  e danno retta al loro buon senso individuale.

Il bene della comunità (Ishtishlah):
Ogni nazione occidentali ha un proprio diritto con un elenco di articoli ben precisi , duraturi nel tempo ed una relativa sanzione penale. La comunità musulmana è, paradossalmente, molto più liberale dell’occidente perchè non ha un elenco di articoli che vincola i comportamenti umani. Inoltre il concetto occidentale di “ stato” non è contemplato dalla Shari’a.( L’ISIS, di fatto si chiama così perchè nella parola “State” vi riconosce una comunità unita da valori comuni e non una fredda nozione giuridica e geografica).

  I governanti islamici devono far applicare la legge sacra in materia amministrativa e politica, e per questo esprimono arbitrariamente dei qanun, che diventano poi delle norme/decreti statali. Lo scopo di tali decreti ( che possono essere momentanei) è quello di preservare la fede islamica e garantire il bene della comunità( Ishtishlah).

Gli arbitri
 Il Qadì e il Muftì sono dei dotti, esperti di religione, che analizzano ogni singolo caso e per ogni “sentenza” elaborano della specifiche “ leggi” con relative pene. Il Qadi è un giudice religioso che deriva dalla figura dell’Arbitro pre-islamico che doveva rimettere la pace tra due parti litiganti. I Qadì, eletti in virtù delle loro competenze, “arbitrano” il buon funzionamento della società.

 Vengono interpellati ogni qualvolta vi è una sentenza e per ogni caso elaborano delle nuove leggi e dei nuovi provvedimenti, che però devono sottostare rigorosamente al Corano, alla Sunnah, all’Igma ed alla Qyias.


 La fatwa è il parere/legge espresso dall’esperto religioso  in seguito alla consultazione da parte di un privato o di un organo ufficiale per conoscere la posizione esatta da adottare in materia culturale, politica o giuridica al fine di comportarsi in modo conforme alla shari’a. Le fatwa mutano nel tempo ed il saggio che le ha emanate può cambiare parere nel tempo, inoltre per le “sentenze” più piccole la figura del Qadì è sostituita a quella del Muftì.  Il mufti è molto importante per chiarire sia le regole religiose che quelle di condotta in mancanza di una vera legislazione e la sua figura è stata istituita nel periodo in cui è stato elaborato il fiqh.
 Il muftì  si occupa prevalentemente di emanare fatwa quando avvengono delle discordie tra privati o vi sono dei dubbi su un particolare situazione. Essendo una legge “ arbitraria” è possibile rivolgere la stessa richiesta a molti Muftì e scegliere il responso che più si avvicina al proprio buon senso personale, il Ra’y.


giovedì 9 aprile 2015

Obama: Il signore delle insurrezioni punta ora all'atomica

Attualmente gli Stati Uniti sono in guerra contro l’ Afghanistan, contro la Libia, contro l’Is e, silenziosamente, promuovono nuovi conflitti non-convenzionali contro la Russia, l’Iran e  la Siria. 
 La strategia bellica dell’insurrezione, cavallo di battaglia di Obama, non è però più sufficiente a mantenere l’utopia liberista americana: l’Islamic State, non essendo un vero stato, è immune ai "colpi di stato". La Russia non ha nessuna intenzione di piegarsi alla BCE e l’Iran vuol gestire da sé la propria sovranità nazionale. Ed è per far fronte a questi fastidiosi avversari che, a  Losanna, Obama ha messo le basi per sancire un nuovo accordo sulle armi nucleari.



 Le guerre di Obama: 
La guerra in Afghanistan, contro ai talebani, è iniziata nel 2001 con l’amministrazione di Bush in seguito al crollo delle torri gemelle. Oltre duemila addestratori americani  sono morti - e continuano a morire- negli scontri, nonostante Obama avesse promesso di ritirare le truppe entro all’inizio del 2014. Il primo intervento pubblicamente annunciato da Obama è stato quello in Libia del 2011.  Gli USA hanno preso di mira il presidente Muhammar Gheddafi in seguito alla guerra civile libica perchè il “dittatore”, autore di un interessantissimo “ libro verde” scaricabile gratuitamente dal web, voleva aprire una banca centrale africana, che avrebbe messo a repentaglio l'egemonia internazionale del dollaro. È per questo motivo che gli USA, anzichè aiutare il presidente di un paese in crisi, hanno preferito stare dalla parte dei ribelli ed armare gli estremisti. L’amministrazione militare di Obama, tramite la strategia dell’insurrezione pilotata, è riuscita a scaricare anche il presidente dell’Egitto Mubarak, lasciando il paese nelle grinfie dei Fratelli Musulmani. In Tunisia è accaduta la stessa cosa: la primavera araba, pilotata dai soldati sobillatori della CIA travestiti da ribelli, ha condotto il governatore del paese Ben Alì all’esilio, lasciando la Tunisia nel pandemonio. Il nuovo presidente della neonata repubblica di Tunisia, Essebsi, è laico, contrario all’estremismo islamico e tiene ottimi rapporti con le grandi industrie americane. Ma il suo paese è flagellato dalle guerre civili e dal malcontento. In nome del libero mercato e dello scambio di materie l’America può sacrificare un popolo, ma non la democrazia e l’ateismo.

Le chicche di Obama: insurrezioni e sanzioni
Le guerre in Libia, Tunisia ed Egitto  seguono lo stesso schema del  conflitto che è in corso in Siria: Gli Americani promuovono le insurrezioni armate contro al governo di Assad, manipolando i mass-media tramite le privatizzazioni e costringendo altri paesi esterni al conflitto a sanzionare economicamente il nemico. La Propaganda e la crisi economica sono i due principali strumenti con cui far cadere un paese nel caos: così Obama può organizzare  un golpe senza dover ricorrere ad una guerra “convenzionale e simmetrica”.  Il golpe del 20 gennaio avvenuto in Yemen, grazie all’interferenza degli Americani, doveva aiutare il paese a liberarsi dalla minaccia degli estremisti islamici, ma di fatto è stato il progromo ai tragici bombardamenti delle scorse settimane. Ufficialmente Obama, nei suoi sette anni di amministrazione, ha combattuto solo 3 guerre, contro l’Afghanistan, contro la Libia e contro l’Islamic State.  Di fatto, però, dal’Ucraina alla Siria, dal Mali alla Tunisia, tantissimi paesi sono stati destabilizzati per mezzo delle Black Operation americane. Gli agenti provocatori e gli addestratori che per volere del Pentagono hanno svolto missioni di destabilizzazione in tutto il mondo sono stati decine di migliaia. E, siccome paiono non bastare, Obama ha finalmente deciso di dire basta all’ipocrito pacifismo anti-atomica con cui ha guadagnato il suo ruolo da presidente.

La guerra contro Iran: strategia del caos fallita

Per destabilizzare economicamente – e poi militarmente – l’Iran   gli USA hanno fatto pressione alla Cina affinchè comprasse petrolio solamente dall’Arabia Saudita. Queste sanzioni economiche non sono però riuscite a piegare l’Iran: il governatore islamico Hassan Rouhani, immune agli attacchi sovversivi degli USA, sta venendo combattutto politicamente. Gli accordi di Losanna sull’energia atomica mirano ad indebolirlo e ad isolarlo dalle altre superpotenze ,a  scapito della pace atomica tra tutte le altre nazioni.

Obama, Onu e Nato : Il più grande schieramento mai visto
L’11 settembre 2015 Obama ha annunciato la nascita della più grande alleanza tra eserciti della storia: la coalizzazione anti-ISIS comprendente ben 27 paesi  e  tre organizzazioni internazionali. Nei giorni seguenti, durante al Summit di Parigi voluto da Hollande e dagli Stati Uniti, s’è  data la conferma che tutti i cinque continenti sarebbero stati coinvolti da questo conflitto, con bombardamenti o semplici aiuti umanitari. Inizialmente l’Inghilterra e la Germania non vi volevano aderire, ma poi hanno ceduto. La Svizzera, invece, non ha preso parte a questa (pericolosa) alleanza mondiale.


La guerra contro all’Isis: il nemico invisibile

Il 23 settembre  sono iniziati i bombardamenti da parte dell'alleanza anti-isis: I primi a colpire la città di Raqqua sono stati gli USA  accompagnati da altri  5 altri paesi musulmani (Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, il Quatar, la Giordania ed il Bahrein ). L’obbiettivo dell’attacco erano le basi missilistiche degli estremisti dell’Islamic State nella provincia di Raqqa, che appartiene alla Siria. Le bombe sono state scagliate senza il consenso del presidente siriano Bashar al-Assad, che avrebbe voluto contrastare  la minaccia degli estremisti sunniti all’interno del proprio territorio senza l’interferenza di potenze straniere. Come ha effermato  Aleksandr Lukasehvich, portavoce del ministero degli esteri russi – “Gli attacchi aerei Usa in Siria contro gli estremisti dell’Isis senza il consenso di Damasco e in assenza di decisioni del consiglio di sicurezza dell’Onu sono un’aggressione, una grossolana violazione del diritto internazionale”.

 Le promesse sul disarmo ( non mantenute)
Obama, in un discorso tenuto a  Praga nell’aprile del 2009, affermò che si sarebbe impegnato per promuovere il disarmo nucleare del mondo intero. Citò il  TNP * e disse che con la sua amministrazione avrebbe perseguito le trattative internazionali necessarie per ridurre tutti gli armamenti atomici, ed in particolar modo quelle di Teheran ( Iran). Questa promessa, sostenuta anche dal movimento internazionale anti-atomica chiamato Global zero, gli permise – sei mesi dopo- di guadagnare il premio nobel per  la pace.  Inizialmente il presidente sembrò davvero muoversi  in questa direzione: nel 2010 Obama tornò a Praga e , col russo Medvedev, firmò il “New Start”. Questo trattato limitava a 1550 le testate nucleari strategiche dispiegate consentite ad ogni parte. Un mese dopo, durante le conferenza quinquiennale atta a rafforzare il TNP (che inizialmente contava solo 11 punti)  in nome della Pace venne portato a 64 punti. Peccato che col nuovo accordo di Losanno Obama ha rifiutato la possibilità di sancire un accordo di diminuzione degli armamenti atomici di tutto il mondo per fare un torto all’Iran.   Obama, che predicava di poter liberare il mondo dall'atomica, ha eliminato solo 507 bombe atomiche. Una bazzecola, in confronto alle 14801 testate nucleari che George Bush e George W.Bush erano riusciti  ad eliminare. 

La conferenza di Losanna: Ritorno all’Atomica
Ad ottobre del 2014 gli Stati Uniti possedevano 1642 testate nucleari dispiegate più 4800 operative. Dal 2001, le spese militari mondiali sono aumentate del 50%, e l’america, da sola, ha avuto un incremento del 55%. Gli Usa sono il paese con la spesa militare più alta al mondo: 640 miliardi di dollari, pari al 37% del totale di quella di tutti gli altri primi nove paesi messi insieme.  Obama non ha nessuna intenzione di dire davvero addio alle armi atomiche, e durante la conferenza di Losanna l’ha detto chiaramente.

Secondo Benjamin Netanyahu, premier israeliano, le scelte di Obama si riveleranno pericolosissime. Il 30 giugno l’Iran, a patto che lo libirino dalle sanzioni economiche, sceglierà se firmare o meno l’aut-aut voluto da Obama. Ciò che rende questo accordo sul nucleare così difficile è il fatto che L’Iran non è ancora stato “conquistato” dagli Stati Uniti e nonostante ciò vive bene e sembra non dare troppo fastidio all’intera scena internazionale.  Gli USA e l’Iran sono alleati per ciò che riguarda la lotta al terrorismo islamico, ma contemporaneamente si trovano in conflitto sulla questione del governo sciita siriano di Assad, che gli Americani condannano fermamente.  Inoltre anche lo stato d’Israele, eterno alleato degli USA; si sente profondamente minacciato dall’Iran e da questi nuovi accordi sull’energia nucleare voluti da Obama. Grazie alle scelte del premio nobel per la pace,  il mondo si sta incamminando verso la terza guerra mondiale.

* Il primo luglio del 1968 Usa, Unione Siovietica e Regno Unito sottoscrissero Il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) per limitare la proliferazione degli ordigni atomici in tutto il mondo. 

http://www.mattinonline.ch/obama-dalle-insurrezioni-alla-bomba-atomica/