giovedì 26 febbraio 2015

Un'insurrezione in un regime fantapolitico

Uno scenario immaginario di insurrezione identitaria

In uno scenario fantapolitico....

Immaginiamo di essere in uno scenario fantapolitico in cui i dissidenti che non si identificano più con la democrazia centralista  dell’Unione Europea vogliano manifestare per opporsi al regime totalitario liberista europeo.
Facciamo finta che siano persino sostenuti da alcuni politici locali che vorrebbero difendere la loro sovranità nazionale o il loro diritto alla secessione. Mettiamo anche che questi identitari-nazionalisti siano  sostenuti persino dal loro corpo di polizia nazionale e , quindi, le loro rivolte siano legittime. Immaginiamo che ,essendo fastidiosi  all'Unione Europea, debbano venir repressi da un ipotetico corpo di giustizia sovra-nazionale che non deve sottostare alle leggi delle singole nazioni.
Un'armata di agenti che fa'capo ad un governo centrale europeo non dovrebbe più rispettare il codice penale e legislativo delle nazioni in cui opera, quindi può reprimere i moti rivoluzionari come meglio crede.
Immaginiamo ora che i ribelli identitari vogliano coordinarsi in milizie spontanee per difendere la propria terra ed i propri valori e che, come le camicie verdi padane, vengano fermati e messi in galera, ma non più dalla polizia nazionale, bensì proprio dall'immaginario corpo di super-polizia europea. 

Quindi, in un’ipotetica democrazia totalitaria che vuole detenere il monopolio della violenza, gli eventuali dissidenti potrebbero trovare degli “escamotage” legali per potersi armare legalmente ed auto-difendere.

Come i dissidenti potrebbero opporsi al regime

Un metodo per opporre una  resistenza armata ed organizzata ad un'ipotetico corpo militare sovra-nazionale, con sede legislativa nel cuore dell'Europa,  potrebbe essere quello di creare una rete di aziende di formazione per body-guards o contractors. Tale idea, impensabile nella realtà, nemmeno in  Svizzera potrebbe aver luogo perchè nel 2013 le aziende private di formazione per mercenari sono state messe fuori legge.

Negli ultimi decenni ben 17 paesi europei hanno abolito il servizio militare obbligatorio, quindi si può presumere che in ipotetico futuro gli abitanti di un'immaginaria Europa totalitaria siano sempre meno capaci di manipolare le armi.

 La maggioranza degli eserciti occidentali di oggi sono composti da militari professionisti, mentre i cittadini medi non  sono nemmeno in grado di distinguere una Glock da una Beretta e non hanno la più pallida idea di come compiere il movimento di carica di un fucile.
In uno scenario fantapolitico in cui un popolo disarmato  che non è in grado di difendersi  da solo da una  minaccia ( es. islamica) dovrebbe comunque far affidamento all'Esercito sovra-nazionale con sede legislativa aldifuori della sua nazione. Perciò, il popolo che si sente leso nella sua sovranità nazionale,  al fine di non infrangere leggi sul disarmo emanate da enti sovra-nazionali ( che non rispettano la sovranità e l’autodeterminazione dei popoli) ogni singolo cittadino dovrebbe essere in grado di garantirsi da solo un'istruzione basilare sulla alla legittima difesa.

Dato che, in questo mondo fan tapolitico  le organizzazioni di privati/ società/ organizzazione politiche  che mirano ad insegnare le tecniche della legittima difesa armata ai cittadini, sono state vietate, è importante che i singoli individui provvedano alla loro stessa formazione bellica.

Costruire un’esercito a schema piramidale di identitari, indipendentisti o semplici cittadini che hanno a cuore la loro sovranità nazionale, in questo scenario totalitario, impossibile. Per raggirare questo noioso ostacolo burocratico, al fine di evitare di finire in prigione come le vecchiette che in veneto hanno costruito per gioco il famigerato “ tanko”, gli ipotetici dissidenti non dovrebbero  sconfinare oltre al “politically-correct” ed alla legalità.

I dissidenti potrebbero lasciar emergere spontaneamente un esercito non-convenzionale senza mai infrangere la legge

In questo scenario fantapolitico in cui vi è la necessità di fare un'insurrezione armata bisognerebbe creare una rete “a stella marina” tra diversi gruppi uniti da valori ed ideologie affini.

 Queste persone in grado di autodifendersi non avrebbero bisogno di una divisa: Un'  ideologia comune già basterebbe a tenerli uniti.

 La teoria del caos, ben studiata presso al Pentagono, insegna che un movimento di offesa/difesa, come può essere quello dell’Isis, quando “scatta” poi si propaga poi con un effetto domino.  Un eventuale organizzazione rivoluzionaria, per creare disordine su larga scala, dovrebbe agire in modo molto semplice: I micro-gruppi simpatizzandi e sparsi per il territorio dovrebbero organizzare corsi di autodifesa tra amici e proporre attività ludiche e sportive “ da guerra”.  Se un rivoluzionario dissidente facesse parte di un gruppo di giovani studenti universitari potrebbe proporre gite al poligono della sua città, al fine di avvicinare i suoi "accoliti" al mondo delle armi. Se avesse tempo e voglia, potrebbe iniziare a seguire corsi di caccia con alcuni amici, o portare la sua combriccola a farsi due risate a Paint Ball o soft air.

Le forze dell'ordine non dovrebbero sottovalutate questo modello ludico di auto-istruzione militare: è riconosciuto come vincente da tutte le accademie esperte in strategie di quarta generazione e terrorismo. I sobillatori, pagati dal pentagono o stipendiati dal Mossad, per formare i cosiddetti” terroristi” usano proprio questi sistemi apparentemente innocenti.¨

L'arte dell'insurrezione è quella di dissimulare la formazione del soldato con quella dell'attività ludica dell'innoquo cittadino.

Armarsi rispettando la legalità e la morale
In italia il porto d'armi per uso sportivo è una licenza rilasciata dal questore, che consente di esercitare il tiro a volo e il tiro a segno. La licenza ha una validità di 6 anni e viene rilasciata dopo circa 90 giorni dalla richiesta. Inoltre è possibile chiedere il porto d’armi per legittima difesa semplicemente compilando questo modulo e  facendo un colloquio col prefetto. Qui si trovano tutte le informazioni ed il modulo da compilare. http://www.poliziadistato.it/articolo/view/308/, dopodiché si ha la possibilità di tenere l’arma carica nel cruscotto per difendervi da un eventuale aggressore islamico armato di machete.  Un'arma  è pericolosa, quindi sarebbe utile almeno una volta all'anno seguire un corso di tiro, sia di precisione che dinamico. Purtroppo, in un momento di grande stress, maneggiare con cura un'arma senza sufficiente allenamento è difficile e si rischia sempre di ferire delle persone.

Come l'Unione Europea dovrebbe difendersi dagli attacchi:
 Il parlamento europeo sovra-nazionale,  per evitare la nascita di gruppi armati rivoltosi, dovrebbe semplicemente rendere illegale il porto d'armi per tutti e dappertutto e bandire ogni forma di addestramento militare in tutte le nazioni in nome dell'Amore. Inoltre dovrebbe sciogliere i corpi di polizia/carabinieri/militari per creare degli organi di difesa e protezione dei cittadini esclusivamente Europei e sovranazionali.

Come un politico del Wisconsin, a favore del porto d'armi, potrebbe argomentare se gli venisse imposto dall’alto di disarmare i suoi cittadini:


"Anche anche i più grandi strateghi contemporanei ed i grandi sociologi militari come Tibor Szvircsev Tresch o John Boyd sono a favore  dell’armare il popolo. Frans P.B.Osinga, allievo  di John  Boy, aviatore americano e consulente del pentagono, nel celebre libro “ L’arte della guerra di Boyd”, tramite la teoria del caos, dimostra come il cittadino-soldato facente parte di un sistema complesso è, a lungo termine, garante di stabilità e sicurezza. Nella sua “ Wrap up”( la conclusione) afferma che “ colui che ha la volontà è in grado di prendere iniziativa nello sfruttare varietà, rapidità e armonia – come premessa per da vita e adattarsi a cambiamenti di ritmo e di schema più distinti o più irregolari e più veloci e anche per ridefinire il punto di applicazione e la direzione dello sforzo-riesce a sopravvivere e dominare. John Boyd,appassionato di scienza e filosofia, è stato il più grande stratega di guerra  dei tempi moderni e  prestò servizio presso la 4°divisione meccanizzata di stanza a Fort carson come pilota di caccia. La sua “arte della guerra” è radicalmente diversa da quella di Sun Tzu, Machiavelli e e Clausewitz: loro vedevano i conflitti come dei confronti circa simmetrici tra eserciti. Boyd, invece, analizza  la guerra come se fosse un’organismo vivo, imprevedibile ed ad alta complessità. Questa scuola di strategia  detta “organica” vede la guerra non più come un conflitto semplice tra parti, ma come una serie di tensioni sempre presente in tutte le società che compongono la pluralità del mondo. È per questo che, come anche ribadisce Mark Duffield in “ Guerre Post-moderne”, oggigiorno è necessario staccarsi dalla vetusta visione del soldato in divisa. Di fatto, un un’epoca in cui tutto è stato de-costruito, anche la figura del cittadino e del soldato vanno frammentate per essere riunite in un singolo individuo. Secondo Clausewitz il soldato che si fa'massacrare è una pedina della politica, mentre le teorie moderne, da Bernard Wicht a Luttwak,  affermano che nelle rete sociale ad elevato tasso d’interconnessioni il cittadino-soldato stesso può influenzare il destino politico di una nazione.  Dato che la guerra non è un'appendice sterile della politica ma ne è parte viva, essa può essere "ammansita" ed inglobata nel vivere quotidiano per garantire la pace. Concludo con un'estrattro tratto da " L'arte della Guerra di boyd": Colui  che non ha Volontà – intesa come potenza data dall’essere armati-  non è in grado di prendere l’iniziativa di difendersi ed è destinato ad essere travolto o a sopravvivere per essere dominato, anziché combattere per la propria affermazione ed identità."

martedì 24 febbraio 2015

La stella Marina ed il ragno PDF

The Starfish and the spider . The unstoppable power of leaderless organization
http://media.portland.indymedia.org/media/2008/10/380532.pdf

Questo libro, bibbia dei manager aziendali più all'avanguardia e degli anarchici, è stato scritto a due mani da Rod beckstrom, direttore della National Cyber Security Center degli USA, e da Ori Brafman, un giovane appassionato di teoria del caos che lavora come consulente per l’esercito americano.  È un coraggiosissimo saggio che dimostra come gli organismi – biologici o artificiali- privi di un nucleo centrale e senza gerarchia siano super-efficienti ed indistruttibili.
 Il testo verte attorno ad una metafora ben precisa per illustrare come, anche in natura, gli organismi de-centralizzati siano i più resistenti.  Paragonando il ragno alla stella marina viene dimostrato com’essa, benchè priva di cervello – ah ah ah- sia la più resistente dei due. Il ragno se perde una zampa può sopravvivere, ma se gli si amputa la testa muore. La stella marina, invece, se perde un’estremità non solo continua a vivere, ma è persino in grado di rigenerarla! L’assenza di una gerarchia verticale  tra le varie parti che compongono un’insieme lo rende inviolabile, mentre una struttura piramidale, se viene lesa alla base o al vertice, è destinata a crollare miseramente.

 Le dieci regole d’oro per far funzionare un governo/impresa mediante la strategia “ a stella marina” sono:

1)   La dis-economizzazione su vasta scala: Le grandi organizzazioni vanno ridotte a piccole compagnie autogestite con più potere
2)   Effetto rete: Ogni individuo, essendo partecipe, può rafforzare l’intera organizzazione
3)       La potenza del caos viene usata a vantaggio della collettività
4)       Conoscenza dal basso: Tutti devono aver accesso a tutte le  informazioni
5)       Desiderio di contribuire-i cittadini/impiegati sviluppano un senso di partecipazione e cresce la motivazione: si sentono parte fondamentale e non solo ingranaggio
6)       Si può mettere in atto “ La risposta dell’idra”
7)       Le regole vengono catalizzate: assorbite e non imposte
8)       I VALORI sono il cuore di qualsiasi organizzazione o rete
9)       Misurare,monitorare e gestire
10)   Appiattire o essere appiattito


La Confederazione Elvetica, che è nata come un sistema orizzonta,e senza gerarchie, essendo una semplice alleanza “anarcoide” di Liberi Cantoni che facevano il piffero che volevano.  La Svizzera, grazie al suo esser decentralizzata a stella marina,  è stata  l’unica “ nazione”  in grado di resistere persino a Napoleone Bonaparte.
 Un’insieme orizzontale di differenti comunità privo d’un governo centrale è impossibile da annientare tramite un golpe. Per abbattere un regime fortemente assolutistico e verticistico come una monarchia è sufficiente tagliare la testa al re, mentre per annientare un’insieme di piccolere raltà fortemente democratiche...bisogna decapitare tutti i singoli cittadini, uno ad uno. Il buon vecchio Gaetano Bresci, di fronte ad una nazione composta “a stella marina”, non potrebbe commettere nessun regicidio. Analogamente, se i risparmi dei cittadini greci fossero stati divisi in una moltitudine di piccole banche private l’Unione Europea  non sarebbe mai riuscita a farla crollare in questo modo.

 Le grandi multinazionali e le grandi banche, che mirano al monopolio globale, hanno deciso di adottare questo sistema anarchico di gestione al fine di diventare più resistenti ad eventuali attacchi. Dividendo il capitale in tante azioni e lasciandolo in mano a migliaia di azionisti hanno di  fatto reso “orizzontale” il loro sistema di gestione economico. In tal modo si garantiscono  un’immunità pressochè infinita alle perdite, anche di importante entità.
Sul piano politico ed organizzativo, invece, questo modello “ a stella marina” di gestione dei rapporti è stato messo in atto dagli indiani Apache e dagli alcolisti anonimi. E, di fatto, la loro non-organizzazione ha permesso loro di resistere negli anni. Come ben sottolinea il Presidente della Cyber Security Center  il grande punto di forza delle tribù degli indiani d’america consisteva proprio nel loro non possedere un’organizzazione verticistica ed élitarista. L’anarchico ottocentesco Proudhon, autore di un saggio sul con-federalismo,  teorico dell’autonomia e dell’assenza di governo centrale, è oggigiorno materia di studio e di ispirazione per la governance aziendale  e persino quella sanitaria.

  In lombardia è in atto un tentativo di decentralizzazione ospedaliero a favore dei POT, i piccoli ospedali di periferia, che segue appunto un modello di confederazione a  rete . Come ci insegna la storia (una serie di conflitti generati da diversi regimi centralisti) quella della stella marina è una strategia vincente e garante di pace.  La   Toyota, la Napster, Wikipedia ed E-bay sono alcuni esempi di grandi aziende che adottando questo sistema di managementing “acefalo”  e riescono non solo a farsi affari d’oro, ma anche a resistere all’instabilità del mercato ed alle grandi perdite.

Vantaggi del sistema a Stella Marina:

1)   Quando un’organizzazione decentrata è sotto attacco, tende ad aprirsi e a decentralizzarsi ancora di più/ Un’organizzazione centralizzata quando è sotto attacco, si chiude a riccio e tende a centralizzarsi all'estremo
2)   Nel sistema aperto non c’è un intelligenza centrale, ma l’intelligenza è diffusa in tutto il sistema.
3)   I sistemi aperti possono facilmente mutare ed adattarsi
4)   Ogni individuo è parte attiva dell’organizzazione decentrata
5)   Quando un’industria diventa decentrata si osserva quasi sempre un calo complessivo dei profitti
6)   In un sistema aperto tutte le cellule sono motivate a partecipare e far proposte per il bene dell’intero organismo


In fine, il libro conclude dicendo che ciò serve ad un azienda/organizzazione a stella marina  non è un leader o un boss, bensì una serie di “catalizzatori” temporanei. Queste figure devon’essere caratterizzate da:

- un genuino interesse per gli altri
- umiltà
-empatia
-numerosi collegamenti deboli con varie altre strutture piuttosto che pochi legami stretti
- “hand-off, che non cerca di interferire direttamente e personalmente con le scelte degli altri componenti
-Intelligenza emotiva, che permette di ascoltare piuttosto che dar consigli
- Entusiasmo: essere ed in grado di motivare gli altri a cercare da soli di contribuire per dare il meglio della collettività
-essere tollerante con chi ha attorno

È per questo che si può concludere dicendo che, oggigiorno, é bene che tutte le iniziative identitarie d’europa restino in connessione senza mai volersi centralizzare eccessivamente. Da Pegida a Génération Idéntitaire, dalla Lega agli Indipendentisti Bretoni è importante che vi sia una rete di connessioni – non troppo strette- che permetta ai movimenti di crescere in modo spontaneo e senza leader. Questa strategia vincente “ a stella marina” se venisse messa in atto anche in Italia, trasformando il paese in una confederazione, in un’alleanza tra regioni autonome, certamente sarebbe vincente.

http://iltalebano.com/2015/02/24/vorremmo-tutti-essere-stelle-marine/





lunedì 23 febbraio 2015

Perchè la Palestina non esiste

Dai Crociati a Salvini: La cancellazione di Palestina

Mercoledì 18 febbraio Matteo Salvini​ ha detto   che non vuole accettare nessun riconoscimento dello Stato di Palestina in assenza di accordi bilaterali con Israele. In contrapposizione Gli esponenti del SEL, il PSI ed alcuni esponenti del  Movimento 5 Stelle, due giorni fa’, hanno deciso di fare una mozione per riconoscere lo stato di Palestina. E per fortuna, giacché Israele é uno Stato che, di fatto, non solo non esiste, ma non ha nemmeno ragioni storiche di esistere . “israele”, essendo un termine privo d’un qualsiasi radicamento in una concretezza fenomenica storica, è quindi un concetto squisitamente metafisico che non può e non deve in alcun modo pretendere di imporsi nel mondo fisico. Heidegger, nel suo splendido “ Sein un Zeit”, afferma che un’ente per poter essere deve avere un radicamento fisico e storico in un luogo circoscritto nello spazio e nel tempo.  I popoli esenti dall' essere manifesti in un limitato arco temporale sono, quindi, da considerarsi come estranei al mondo della realtà fattuale, e come tali è coerente trattarli come entità metafisiche-concettuali e non reali e concreti. Nei suoi celebri Quaderni neri, appena pubblicati, Heidegger dice infatti che il popolo dei filistei ( da cui Israele), non godendo di un radicamento ontologico su un territorio, è da considerarsi metafisico, proprio come i neonati Stati Uniti e l’U.R.S.S., costruiti artificiosamente sulle macerie di differenti tradizioni. Seguendo questo ragionamento heideggeriano, che rende l’essere imprescindibile dal suo radicamento spazio-temporale nella realtà, israele non può essere riconosciuto in quanto ente meramente concettuale e non collegabile a nessun dato di fatto storico protratto nel tempo.

Gerusalemme: Dai Faroni ai Cristiani

Lo storico inglese Beda il Venerabile nell’opera De Templo Salomonis Liber afferma che   Hiram Abi, forse un discendente dei faraoni, architettò il celeberrimo Tempio del Re Salomone sul colle nel cuore di Gerusalemme.  Nel  587 a.c. il tempio venne distrutto dal Re Nabucodonosor a capo d’un’orda di babilonesi inferociti.  Quando nel 331 l’imperatore Alessandro Magno conquistò Gerusalemme del primo tempio originale rimaneva solo un simulacro. I popoli giudaici, che erano stanchi di dover sottostare all’egemonia romana, tentarono di liberarsi mediante alcune insurrezioni, ma fallirono miseramente. Nel 135 l’imperatore Adriano ribattezzò  la Città di Cristo  col nome di Aelia Capitolina. Al posto del’antico tempio sacro vi fece costruire due statue: La propria e quella di Giove. Nel 324 Elena, la mamma dell’imperatore Costantino, lo persuase affinché ridesse alla città il suo nome d’origine. L’imperatore Costantino, fervente cristiano, decise di abbattere gli idoli pagani per farvi costruire la Basilica del Santo Sepolcro  e la chiesa dell’Elona sul monte degli ulivi. Da li in poi Gerusalemme divenne a tutti gli effetti una città cristiana, benché tra il 614 e il 629 cadde nelle mani dei persiani. L’imperatore di Bisanzio Eraclio riuscì a riprendersi Gerusalemme, ma per poco: nel 638 ci fu la sanguinosa battaglia di Karmuk, e l’erede di Oaometto, il secondo califfo Omar Ben al-Jattab, si prese la città santa. Inizialmente il regime islamico si mostrò abbastanza tollerante nei confronti dei cristiani e degli ebrei. Ma poi, quando la Palestina venne fatta annettere a Gerusalemme, la situazione iniziò a peggiorare. Walid, il figlio del califfo Abd el Melik,  nel 666 propose di costruire la moschea di Al-Aqsa, che avrebbe dovuto prendere il posto del tempio di Re Salomone. Due anni dopo, la terra tanto cara alla tradizione rosacrociana dell’esoterismo cristiano venne oppressa dal ferdello di una moschea. 

Mentre nella cosiddetta nuova “ Terra dei filistei” accadevano tutti questi fatti tragici, anche l’occidente iniziò a venir oppresso dall’avanzata dei seguaci di Maometto.  Il generale berbero Tarik ben Ziyad nel 711 iniziò ad invadere, per conto del governatore arabo del sud africa Musa ben Nusayr, le terre spagnole di Al Andalus. L’avanzata del califfato in europa sembrava inarrestabile, ma Carlo Martello, nel 730, riuscì a fermare l’invasione.Gerusalemme , intanto, era ancora succube alla Sharia e sempre più critsiani, com’è descritto nel 33°verso della quinta sura coranica, perdevano la vita in nome della loro scelta confessionale.
Fu secoli dopo, il 14 luglio 1099, che Goffredo di Buglione col suo fedele amico conte Raimondo di Tolosa riuscì a liberare la Città Santa in cui morì Cristo.  il Capitano a capo dell’esercito crociato, elogiato da Torquato Tasso ne “ La Gerusalemme liberata”, anzichè imporsi come sovrano del regno di Gerusalemme decise di farsi nominare “ Difensore del sacro sepolcro”. Ma, purtroppo, non fu in grado di difendere a lungo la Terra Santa  e vi fu un susseguirsi di scontri  tra cristiani, islamici ed ebrei. Dopo duecento anni, nel mentre persino San francesco d’Assisi fece capolino sui cambi di battaglia, la situazione parve virare a favore degli ottomani. I templari cristiani furono scacciati il 14 agosto 1291 dalla loro fortezza di Castel Pellegrino con un bel brindisi al sangue. Fu così che i franchi vennero espulsi dalle terre medio orientali per oltre cinque secoli. Il trattato di Jaffa, grazie a cui Al-Kamil si impegnò a cedere Gerusalemme a Federico 2°, venne a cadere miseramente, ed i cattolici malinconici della loro terra sacra si organizzarono nell’ abbazia di Cluny ed in varie logge per commemorare la loro triste disfatta. In Francia fu Ramsay, accanto a Radclife e Mclean, a tentare di tenere viva la lotta dei templari nell’ambiente esoterico del cristianesimo. In Germania fu il barone Karl Gotthelf Von Hund che diede al proprio ordine il nome di Stretta Osservanza Templare  in onore alla Gerusalemme rapita al simbolo della croce dagli ottomani.

Il 9 dicembre del 1917  il comandante inglese Edmund Allenby – guarda caso anche lui Gran Maestro massonico- riuscì ad entrare a Gerusalemme e "liberarla" dalla sharìa coranica. Per compassione decise di non costringere i popoli li presenti ad inchinarsi di fronte ai vessilli occidentali, così , grazie agli accordi Sykes-Picot dell’anno precedente ricteò la fa
Palestina. Di fatto, il tanto sbandierato “ israele ” in realtà sorge dove vi era il Mandato britannico della Palestina: E questo serve per farci capire quanto sia artificiale l’ente israeliano in sé. Da li in poi, questo figlio deviato dell’Occidente, come un feto lebbroso, si rivolse contro la madre europea che l’aveva partorito ammorbandola. 

Ed è per questo che, dopo quasi un secolo di dolorose doglie, è giunta l’ora di abortire questo feto pericoloso che attende solo di vampirizzare il suo stesso genitore.





domenica 22 febbraio 2015

Le truffe delle assicurazioni


Con questo servizio vi abbiamo dimostrato come l’onestà morale delle agenzie assicurative sia qualcosa di estremamente labile. Grazie al decreto Bersani bis del 31 gennaio 2007 è stato messo in atto un “pacchetto di liberalizzazioni del mercato” che permette agli agenti assicurativi plurimandatari di trattare il cliente con favoritismi come e quando vuole. Nonostante l’ISVA imponga all’agente proporre al cliente la miglior offerta tra le varie agenzie per cui lavora... lui può comunque far abbassare arbitrariamente il costo...fino al 99% del prezzo !

Quindi, quando ci si reca presso agli uffici di un’assicurazione, per farsi fare una polizza assicurativa, bisogna tenere a mente che si può chiedere uno sconto del 99%! Non male eh? Ad esempio, se l’assicurazione dell’automobile vu è stimata di circa  mille euro, teoricamente,  esiste la possibilità di farsela calare fino a 10 euro!

 Dato che è possibile farsi fare sconti davvero ottimi è molto meglio e molto più sicuro recarsi di persona presso diverse agenzie assicurative e contrattare quanto più possibile. Discutendo personalmente è possibile farsi consigliare al meglio ed avere più confronti tra diverse compagnie. Ma, in ogni caso, a meno di non essere la moglie ( o l’amante) dell’agente assicurativo è molto difficile avere sconti pari al 99%.

Esistono, in breve, tre tipologie di “furbate” che – per il momento- non godono di scappatoie normative per essere perpetrate senza infrangere la legge. Le tipologie sono:
1)      Clienti che truffano l’assicurazione
2)      Agenti assicurativi che truffano il cliente o l’agenzia
3)      L’agenzia assicurativa che truffa il cliente o l’agente.

Purtroppo l’Italia, nonostante abbia una burocrazia fittissima, non riesce a  punire abbastanza chi commette truffe di questo tipo. Perciò non vi un deterrente ed una paura abbastanza forte per estirparle. Infatti la gente che abusa delle assicurazioni è tantissima: L’Italia, poverina, conta il 5%  in più di “malati bisognosi di un’assicurazione” rispetto al resto del mondo. Al sud questa percentuale sale addirittura fino al 20%. È a causa di questo elevato numero  di frodi che le assicurazioni costano così tanto.
Per ciò che riguarda invece gli agenti bisogna sapere una cosa importante: Essendo degli intermediari, le loro truffe possono perpetrarsi a danno sia del cliente che dell’azienda assicurativa. A volte accade che intascano i soldi del cliente senza poi versarli all’assicurazione, ed altre volte accade che l’agente assicurativo...si metta in combutta col cliente per simulare un’incidente. Gli agenti che vengono colti in fallo vengono REVOCATI, ed il loro nome è tolto dall’albo presente presso al ministero. Se qualcuno vi dice di essere un’agente assicurativo è bene, eventualmente, fare un semplice controllo online sul seguente sito: https://servizi.ivass.it/RuirPubblica/ Il suo nome dovrebbe essere presente nella lista.

Le agenzie assicurative, invece, tendono a voler rispettare sempre la legge, perciò da parte loro le truffe sono rare. Ma possono raggirare la legge a loro vantaggio. Come abbiamo visto possono offrire gli sconti a chi e come vogliono fino al 99% del prezzo di partenza, e per quanto ciò possa sembrare “scorretto”, ciò non infrange nessuna regola. Le agenzie a volte possono opprimere l’agente assicurativo per costringerlo ad esercitare come “monomandatario” facendolo lavorare solo da loro. Gli agenti “liberi”, cioè quelli plurimandatari che fanno capo a più agenzie assicurative, possono proporre al cliente diverse possibilità offerte da più agenzie. Per questo, quando si cerca una buona assicurazione, è bene rivolgersi di persona a quanti più possibili agenti plurimandatari e ad almeno due agenzie per avere un confronto migliore.


Liliane Tami

sabato 21 febbraio 2015

Cannabis legale- a solo uso medico.

La cannabis è legale ( a scopo terapeutico) 

Giovedì 12 febbraio 2015 il consiglio regionale della Toscana ha approvato l’uso terapeutico della mariuana coltivata in Italia. Ad occuparsi della produzione della famigerata pianta sarà l’istituto militare di Firenze affinché le forze dell’ordine possano assicurarsi che non ne venga fatto un’abuso. I farmaci contenenti cannabinoidi che ne deriveranno – si stima che saranno estratti da 100 kg di prodotto vegetale all’ anno- potranno essere acquistati dai pazienti solo con la  prescrizione del medico di famiglia. Già da due anni la legislazione italiana approva la cannabis utilizzata a scopo terapeutico, ma ma era importata da altri paesi. I suoi benefici, quando dovutamente trattata, sono stati convalidati da svariate ricerche scientifiche. I malati di sclerosi multipla traggono beneficio dall’utilizzo  della mariuana perché essa ha la proprietà di lenire gli spasmi muscolari e stabilisce la pressione. Inoltre è largamente adoperata nell’ambito oncologico, perchè aiuta ad eliminare la nausea data dai farmaci chemioterapici.

Ma, quando la cannabis viene adoperata per “ sballarsi”,  assume effetti nocivi. Se fumata le componenti terapeutiche, per via della combustione, vengono alterate e risultano essere compromettenti sia per l’apparato polmonare che per quello celebrale. Ciò che causa la sensazione di “ piacere” è il THC , che va ad interferire con le sostanze che rivestono i neuroni e permettono una corretta trasmissione di informazioni coi nervi. A lungo andare, la capacità di comunicazione tra neuroni e nervi viene irrimediabilmente compromessa.
La cannabis comprata dagli spacciatori nasconde anche un’altra drammatica insidia: L’esser tagliata con sostanze chimiche per aumentarne gli effetti psicotropi. Da alcune analisi svolte in laboratorio è emerso che la “ mary” può venir trattata con acetato di piombo, con zucchero, con ammoniaca, con polvere di vetro e persino.... con lacca per capelli!
E tutto ciò per aumentarne il peso ed il profumo dello spinello. Quando le grandi aziende comprano dosi massicce di canapa adoperano un apparecchio speciale per separare la resina contenente gran parte del THC dalle cosiddette “cime di foglie” da fumare. Così  se ne ricavano due cose:  la resina più pura , col nome di FUMO, da vendere al dettaglio a prezzi esorbitanti; e delle inutili foglioline rinsecchite con poco THC che vengono mischiate con ammoniaca ed altre sostanze tossiche.

 Nel  nostro video potete vedere com’è stato facile approcciare tre spacciatori marocchini per strada nel cuore di Pavia. Tra sorrisi e battutine...si sono subito offerti disponibili per venderci la droga.  Questi spacciatori stranieri  appartengono alla categoria di coloro che hanno capito che chi è disposto a fumare cannabis comprata per strada e tagliata con schifezze chimiche non si differenzia molto da chi  consuma droghe più pesanti, come il “fumo”...e persino la cocaina! Dalla ganja trattata con l’ammoniaca alla cosiddetta “Bianca” il passo è, purtroppo, molto breve. 

Ecco il video : 

Si ringrazia Mirko Fanelli per la disponibilità.


mercoledì 18 febbraio 2015

Le milizie libiche

Le milizie libiche

La Libia, terra che da Giolitti a Mussolini fu avvolta nel tricolore, oggi riversa smembrata sotto tre vessilli. Questa terra, così vicina all’Europa, è divisa in tre grandi blocchi: Il vecchio parlamento, apprezzato dall’occidente, il Nuovo Parlamento autoeletto, sgradito all’occidente e ritenuto illegittimo,ed il Califfato Islamico.

L’inviato speciale dell’ONU, Bernardino León Gross, diplomatico spagnolo, sta cercando di avvicinare le tre parti in conflitto mediante la missione di supporto delle Nazioni Unite. Ma dopo 4 mesi il suo operato non è servito a nulla. In Italia, Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, ha dichiarate che c’è più spazio per le trattative pacifiche. Solo Di Battista del movimento 5 stelle par aver ancora voglia di scherzare parlando di trattative pacifiche, ma i miliziani arrestati ai piedi del Vesuvio con Ak in borsa parevano pensarla in altro modo.
Da agosto il governo guidato dal premier  Abdullah Al- Thani ( pronunciato al-Thinni ) e guidato dal generale Haftar, comandante Capo delle operazioni militari, si sta sforzando di ricostituire le forze armate libiche regolari e filo-occidentali. Il riassemblamento dell’esercito è però estremamente difficile perchè il governo parallelo del premier Al- Hassi, nonostante non goda di nessun riconoscimento internazionale, par non voler lasciare il governo del paese.

L’autoeletto governo di Tripoli di al-Hassi, dov’è stato ricostituito il Congresso Nazionale Generale (CNG), par momentaneamente essere più forte del governo regolare perchè gode del sostegno militare della Turchia del Sudan e del Qatar. L’assemblea parlamentare appena rieletta, che però non è riconosciuta dalla Corte Suprema libica, è stata confinata a Tobruk ed è sostenuta economicamente e militarmente dall’Arabia Saudita, dall’Egitto e dagli Emirati Arabi.

L’esercito Libico ( Libyan national Army) del Governo di Tobruk, guidato dal generale Haftar,  è composto perlopiù da nazionalisi, anti-islamici ed ex soldati regolari dell’aviazione e della marina. Questa singolare alleanza tra nazionalisti “eversivi” ed ex militari regolari è nata dal fatto che l’auto-eletto governo, per quanto non apertamente sostenitore del califfato, abbia comunque tolto parte dei finanziamenti  del’esercito regolare a favore delle milizie sciolte jihadiste.  Mahmoud Sharif invece è il comandante delle forze regolari di  polizia del paese, che comprendono circa 8 mila uomini stanti sotto al diretto controllo del ministro degli interni. Ma, come ha denunciato Sharif,  mancano i fondi necessari affinché gli agenti vengano muniti di quelle armi leggere oramai non più sufficienti per confrontarsi coi miliziani del daesh.  

Ricapitolando, l’esercito a cui l’ONU  sta dando dei finanziamenti per sconfiggere la minaccia del jihadismo è quello che sottostà al Generale Haftar.  Esso è composto da due ali principali: la Barqua Defence Force ( o Cirenaica Sel defence Forces) guidate da Hibrahim Jadhran, e composto da 20mila uomini). Affianco vi è il Consiglio Militare dei Rivoluzionari di Al-Zintan con al capo il comandante  Mukhatar Kalifah Shahu,  composto da 23 milizie federaliste divise in 5 brigate ed armate prevalentemente di SZU, lanciarazzi e mitragliatrici pesanti.
Tra queste vi sono due brigate di particolare rilievo: La prima, chiamata Al Qata,ha il merito d’aver scagliato l’anno scorso, il 18 maggio, un attacco contro all’edificio del parlamento autoeletto ( CNG). La  brigata delle forze speciali al-Saiqua invece  svolge prevalentemente una funzione di anti-terrorismo anzichè di offensiva. È composta da cinquemila soldati del corpo d’élite del vecchio esercito Libico, divisi tra commando e paracadutisti. Attualmente il loro scopo principale è quello di annientare Ansar Al-Sharia, leader delle forze estremiste islamiche. La brigata al Qata vanta, tra i suoi massimi esponenti, Othman Milaiqtal, che fu uno dei primi ufficiali ad abbandonare il govero di Gheddafi.

Accanto a ciò si è anche creato un’esercito parallelo, direttamente sponsorizzato dalle grandi multinazionali europee. Esso, che è una sorta di esercito “templare” che vuol difendere gli interessi del Dio Dollaro in Africa, è composto da privati separatisti e mercenari, coordinato in parte dal governo filo-occidentale, al fine di difendere i pozzi di petrolio.  Le Petroleum Facilities Guards sono  guidate dal giovanissimo federalista secessionista  Ibrahim Jadhran, di soli 33 anni, divenuto celebre per aver accusato il governo centrale  filo-occidentale post-Gheddafi di corruzione. Prima della guerra civile i terminal petroliferi di El-Sharara  ( la prima ad esser stata conquistata dall’ISIL) di al-Sidra e Ras-Lanuf producevano ogni giorno, in media, 1,6 milioni di barili. Nel mese di gennaio, con l’avanzata dei miliziani Jihadisti, la produzione ha subito un drastico calo e si stima che ora i barili quotidianamente prodotti siano meno di  320 mila. In sostegno alle Guardie del Petrolio sono accorse anche le grandi multinazionali occidentali come l’ENI e la Shell. Le nazioni dell’ONU devono mantenere un minimo di rispetto nei confronti della Carta dei Diritti dell’Uomo anche mentre i loro inviati eseguono black operations. Si spera che le grandi aziende, che non sono vincolate dal gaudio morale di rappresentare una democrazia,  non esitino ad usare anche i metodi peggiori per reprimere l’avanzata dei califfato. Abdullah al-Thinni,  premier del governo libico fil-occidentale, gli scorsi giorni ha tenuto un’arringa disperata in cui scongiurava un’intervento armato all’Italia per fermare una volta per tutte questo scempio.


Fino ad oggi l’Italia, a differenza della Francia, non ha sferrato attacchi pesanti contro ai miliziani. Già prima della guerra civile l’Italia aveva avviato un programma di addestramenti per creare un’esercito libico terrestre su tutto il territorio nazionale. La prima fase di quest’operazione di formazione è cominciata nel novembre 2013 a tripoli, grazie alla “punta di diamante” dell’esercito italiano composta da 500 consiglieri militari. La polizia regolare libica è stata inoltre addestrata sul posto dai carabinieri italiani, mentre 2 mila soldati libici sono stati portati in Italia ed addestrati qui in europa. In totale l’italia ha addestrato quasi sei mila soldati libici.

Liliane Tami 

lunedì 16 febbraio 2015

Cannabis: medicina o illegalità?

Una mia collaborazione col servizio televisivo " giù la maschera" . Vi viene illustrata in breve la drammaticità della questione "cannabis" in Italia.

http://www.giulamaschera.tv/?p=338

La famiglia al tempi della crisi - Liliane Tami

Due giorni prima di San Valentino si è tenuta, a Monza, una conferenza sul tema “ La famiglia durante la crisi”. I correlatori, in ritardo di una ventina di minuti per la conferenza ed in ritardo di una sessantina d’anni sulla società, hanno voluto , mediante argomenti tecnici, economici, antropologici e sociologici dimostrare la più profonda verità in assoluto: che l’amore della famiglia non solo è bello, ma è anche necessario. Come ha affermato il moderatore Cristiano Puglisi, è fondamentale riuscire ad arginare questa crisi dei valori della famiglia prima che sia troppo tardi. E forse, in un’ottica speranzosa, sarà proprio nei momenti di massima difficoltà economica che si potrà riscoprire la gioia dell’amore coniugale duraturo e prolifico.
Lo psicologo Giuseppe Iannoccari ha introdotto la serata mettendo in luce la più grande disgrazia dell’era post-moderna: l’incapacità di discernere la differenza tra le ricchezze economiche e quelle affettive. Secondo un grafico da lui mostrato nel 2008, al prodromo della crisi c’è stata una riduzione, in generale, della capacità di percepire la differenza di valore che intercorre tra un bene materiale ed uno emotivo. Questo porre sulla stessa scala dei valori un ente di tipo fenomenico e uno di tipo noumenico ha esiti catastrofici: la povertà materiale, venendo percepita come avente lo stesso valore di quella famigliare, tende ad influire anche sulle dinamiche affettive. Ciò implica, inevitabilmente, che la crisi boicotta la tenuta stessa della coppia. Negli ultimi 7 anni si è assistito ad un aumento del 40% dell’insoddisfazione di coppia, dovuto proprio a questo porre sullo stesso piano cuore e portafogli.
Il nichilistico far convergere l’amore col denaro in tempi di ristrettezze economiche abbassa, quindi, la soglia di insoddisfazione della coppia, spingendo i soggetti verso un individualismo giustificato dalla necessità di sopravvivere. Cioè si conclude col ritiro sociale, causando solitudine, alienazione e tristezza.
Per far fronte al collasso della famiglia è necessario dunque rendersi conto che il denaro non può esser messo sullo stesso piano del benessere emotivo e bisogna agire di conseguenza: i genitori devono mostrarsi e  sforzarsi di essere uniti, devono riscoprire il concetto di “flessibilità” e “perdono” tanto caro a Massimo Recalcati ed impegnarsi a mantenere un buon controllo sui figli. Evidentemente questo sforzo, questa tensione, non può essere unidirezionale: è importante che anche i figli, sentendosi parte integrante della “squadra famigliare” ne comprendano le dinamiche e ne prendano parte in modo attivo e comunitario, magari osando sacrificare un loro vizio per il bene maggiore della comunità famigliare.
valori, quelli intuibili non più con la ragione ma con il Cuore, come direbbe Brentano, ora più che mai devono essere riscoperti. I princìpi, garanti di integrità famigliare, non possono, e non devono cedere di fronte ad una carenza di denaro. Anzi, in un’ottica cristiana, contrapposta a quella libertina ed egoista tanto cara al capitalismo, è proprio nel sacrificio di una parte di sé che si può assurgere ad una condizione superiore di gioa e di serenità. Quindi, paradossalmente, è proprio nella crisi e nel sacrificare una parte del proprio egoismo, per restare fedeli al proprio impegno d’amare, che la famiglia potrebbe trovare un nuovo vigore con cui sopravvivere, unita, alle disgrazie di cui non sempre se ne ha colpa.
Martino Cervo, direttore de Il Cittadino ha ribadito l’importanza della famiglia intesa come ammortizzatore sociale in caso di crisi. Discutendo anche del mercato editoriale odierno, Cervo ha chiarito come l’eccessiva fluidità della società attuale sia nefasta, sia  per i valori in sé, sia per ciò che può farsi portatore di valori, in questo caso l’editoria ed il giornalismo. Il Cittadino è una testata che ha il dovere di chiamare le cose col loro nome, perciò la pretesa post-moderna di modificare il significato dei termini per riadattarli a contesti nuovi sempre più spesso risulta problematico. Il termine famiglia, infatti, ha un significato biologico ben preciso che non può essere appioppato aleatoriamente a nuclei di individui che convivono sotto lo stesso tetto come oggi si ha la tendenza a fare, al fine non arrecare disagio a chi si professa contrario all’omofobia. Cervo ha detto a riguardo che viviamo in un’epoca in cui vi è una confusione tra le realtà di fatto ed il diritto. Volendo essere onesti e precisi, bisogna infatti sottolineare  che vi è un’abissale differenza tra avere dei vantaggi giuridici dal formare una vera e propria famiglia, implicante madre e padre. È solo in un contesto famigliare, nel senso ontologico del termine, che può aver luogo un sano e naturale sviluppo di sè.
L’antropologo Fabrizio Fratus ha concluso il discorso sulla famiglia ribadendo l’importanza della teoria politica aristotelica, secondo cui il nucleo famigliare è la struttura basilare della società. A sua detta, il paradosso è che ora il mondo è alla rovescia: Il lavoro, che dovrebbe essere il frutto di una vita famigliare felice, è posto come base, quindi l’uomo che che perde il lavoro viene automaticamente scaricato dalla sua donna. La società iperindividualista ha ribaltato la scala dei valori, rendendo la possibilità di rifugiarsi in un nido d’amore conseguenziale alla fortuna professionale. Tale individualismo esasperato ha portato la donna ad un voler pareggiare con l’uomo, trasformandolo da compagno a rivale. Così ha luogo la guerra di genere, causata proprio dalla mancanza di mansuetudine, flessibilità e cura che sono invece qualità che dovrebbero essere intrinseche del genere femminile.  Margaret Tatcher disse che la società è composta di una moltitudine di individui e di fatto è ciò che purtroppo sta avvenendo: sentendosi legittimati dal liberismo capitalistico, gli individui – sempre più solipsistici – tradiscono la vocazione di “comunità famigliare” a beneficio del loro stesso ego. In futuro, ci ammonisce Fratus, questa tendenza all’isolazionismo porterà ad avere una società composta da grumi di individui  sparsi e senza famiglia. Senza più la famiglia, persino il contratto sociale, tanto caro all’illuminista Jean Jacques Rousseau, si vedrà crollare.
L’identificare la propria felicità col benessere materiale costringerà gli individui a ritrovarsi vittime della solitudine del materialismo. In una società in cui si è inclusi unicamente per ciò che si produce il vuoto fagociterà gli individui-isola facendoli affondare negli abissi del mal de vivre. Il progressivo isolamento degli io gli uni dagli altri porterà le coppie ad essere sempre più instabili e precarie, abbassando così il loro potenziale riproduttivo. In italia, nel 2009, ogni donna aveva 0,86 figli a testa. Includendo anche le donne islamiche nel censimento, la cifra sale a 1,46. Queste cifre angoscianti testimoniano che noi siamo una società in via d’estinzione. Degli 8 milioni d’abitanti della Lombardia ben  6 milioni hanno avuto problemi con la questione dei divorzi. Grazie a politici come la Moretti, che vogliono promuovere l’idea del divorzio breve a vantaggio delle donne “libere ed emancipate”, la situazione non potrà che aggravarsi. Cosa sarà dell’Occidente tra vent’anni non lo possiamo sapere, ma, guardandoci alle spalle, possiamo aver la conferma di come, da quando negli anni ’90 è stata introdotta la moda dei conti separati, la situazione sia declinata. Affermare che la totale e reciproca fiducia debba essere alla base dell’amore coniugale pare scontato, ma a quanto sembra, avere il coraggio di porsi totalmente nelle mani dell’altro, oggi è qualcosa che non usa più.
Liliane Tami

sabato 14 febbraio 2015

Salvini: Guglielmo Tell della Confederazione Italica

La Confederazione Elvetica fino al 1848 non era uno stato e non aveva una capitale. Di fatto era una semplice alleanza di liberi cantoni autonomi, nata nel 1291 col celebre patto del Grütli. Guglielmo Tell è l’eroe nazionale svizzero, che allora era ancora un esempio di pura sovranità popolare: nel 1308, infatti, gli Asburgo vollero costringere le tribù delle valli confederate ad inchinarsi al loro cospetto. Guglielmo Tell, come tutti, rifiutò. Solo che lui ebbe la sfacciataggine di farlo in piazza. In nome della democrazia più estrema dissentì dal mettersi in ginocchio di fronte al vessillo del sovrano straniero e per questo venne imprigionato. 
Secondo la leggenda poté liberarsi solo in seguito alla celebre sfida della mela, e da li in poi impegnò tutte le sue forze per combattere contro la burocrazia asburgica che voleva stuprare la democrazia diretta delle valli in cui abitavano le tribù del popolo elvo. Tutti i contadini dei liberi cantoni si allearono con Guglielmo Tell e, con la battaglia di Morgarten del 1315, riuscirono a scacciare per sempre la dittatura asburgica dal loro territorio. Dopo aver guidato la lotta per l’autonomia dei liberi cantoni, Guglielmo Tell se ne tornò a casa dalla mogliettina e dall’aratro e mai pensò di mettersi a comandare le terre  che aveva appena liberato. Lasciò che i singoli Cantoni si autogovernassero: se oggi la Svizzera è uno dei paesi più ricchi del mondo e non ha mai subito guerre è grazie a questo confederalismo tra liberi cantoni. Matteo Salvini, analogamente, è un dissidente che rifiuta di inchinarsi di fronte ai sovrani stranieri dell’EU. Chissà se i tempi storici sono buoni affinché si possa creare una Confederazione Italica di Libere Regioni – o province! – senza né stato né capitale…
Ma, anzichè distrarre il lettore con utopie deliranti da freelance sognatrice, vediamo un po’ cosa Matteo Salvini, in tour in Sud Italia, sta proponendo per migliorare concretamente il Bel Paese.  Prima fra tutte le sue idee è quella di creare un Ministero per il Mezzogiorno, al fine di decentralizzare la politica italiana che oramai di democratico non ha più nulla. Come Gugliemo Tell, infatti, la scorsa settimana si è rifiutato di inchinarsi, sedendosi in parlamento di fronte a Mattarella, che nessun italiano ha eletto direttamente. In seguito il “Capitano”, forte del nuovo movimento “Noi Con Salvini” è partito in tour al Sud. Nel giornale “La gazzetta del Mezzogiorno” è riportato che ha anche ipotizzato la creazione di una nuova Cassa, per far fronte al grave problema delle tasse che si smarriscono nei budelli della burocrazia di Roma. In Abruzzo gli scorsi giorni è stato accolto con applausi, sorrisi e pacche sulla spalla (!) dalla gente, e domenica 8 febbraio sarà nel Salento per arringare un discorso di fronte ai terr…pardon, al Libero Regno dei  Neoborbonici.
Liliane Tami 

Sottomissione - Hohuellebecq. Il crollo di una civiltà

Il romanzo Sottomissione di Michel Houellebecq è il martello doloroso che plasma l’oro battendolo sull’incudine. Il lettore, schiacciato tra la destra e la sinistra, tra chi è conservatore e chi vorrebbe aprirsi alle nuove realtà, grazie a questo libro eccezionale può beneficiare di una visione d’insieme della società attuale. E, se lo vorrà, potrà impegnarsi per forgiarsi come vuole, opponendosi alla logica della Sottomissione proposta dalla religione islamica e dal nichilismo della modernità. Brutale, geniale e folle, questo libro finisce per rivelarsi una mitragliata di analisi sociologiche che la società contemporanea fa finta di non vedere. È un libro avvincente ed emozionante: lo si divora in una sera ma mette in dubbio le certezze considerate eterne dall’uomo moderno figlio dell’Illuminismo.  Ad essere particolarmente interessante è, inoltre, l’orientamento politico dei personaggi, che sono un “concentrato” delle tre diverse posizioni ideoligiche di base: gli identitari, i tolleranti e gli Islamici.
In questo contesto fortemente politicizzato, Houellebecq descrive con talento e maestria lo squallore dell’era contemporanea e ne offre una sintesi. Ne illustra il suicidio e, nel lieto fine, ne ipotizza la sostituzione col mondo islamico. Tale tesi somiglia molto a quella dello storico Edward Gibbon, che, nel 1700, affermava che l’Impero romano era degenerato per via delle invasioni barbariche, causate a loro volta dalla perdita di senso civico da parte dei suoi sudditi. Secondo le sue tesi,  il pacifismo portato dal cristianesimo trasformò il popolo romano in un branco di uomini vili, mansueti e tolleranti che si lasciarono conquistare da altri popoli. Per ironia della sorte, questo libro è stato pubblicato proprio il giorno dell’attentato a Charlie Hebdo, che già abbiamo dimenticato.
Atrocemente plausibile, logico e comprensibile, l’epilogo di “Sottomissione” costringe il lettore  a mettere in dubbio il concetto stesso di tolleranza: siamo sicuri che essa non ci porterà al suicidio ?
Un eccesso di tolleranza potrebbe portarci a credere che la serenità della religione islamica, i suoi valori e le sue tradizioni siano un antidoto contro il nichilismo più nauseante ed esasperato di cui siamo complici. Houellebecq, nell’ultima parte del testo,  cita persino Réné Guenon, per dimostrare che, già agli albori del secolo scorso, si avvertiva il declino della nostra era. Ma, nonostante gli appelli alla tradizione di molti intellettuali oramai passati, tali ammonimenti sono restati inascoltati. E ora, imprigionati in una società che finge di essere cristiana e che tollera le moschee nel suo territorio, dobbiamo subirne le conseguenze.
Di fatto, la trama è abbastanza semplice: François, un professore di 44 anni, assuefatto dall’onanismo su youporn, capisce che il matrimonio poligamo proposto dall’islam offre una vita sessuale più gratificante . Nel frattempo, la Francia accetta di sottostare ad un regime islamico e lui viene licenziato dall’università per cui lavorava. Solo convertendosi all’Islam potrà recuperare la sua cattedra.
L’essenza del romanzo è composta dalla brutale rappresentazione dei personaggi-stereotipo.  Houellebecq, descrivendo l’uomo moderno ed incarnandolo di volta in volta in un giovane tradizionalista e in un riccone opportunista convertitosi alla Sharia, vuol spronarci a prendere una posizione. Dalle pagine pervase di mal de vivre in cui è descritta la monotona vita del protagonista, il tipico anti-eroe un po’maudit che tutti potremmo essere, non si può che trarre l’invito…a non essere così. L’intento principale dell’autore è, come già detto, esortare il lettore ad assumere una posizione ideoligica ben chiara e definita.  Illustrando quali siano le conseguenze mondiali della totalità delle scelte dei singoli individui Houellebecq ci spinge a riflettere sul nostro agire quotidiano.
Ora vediamo insieme, in breve, i personaggi- simbolo in cui vi è la possibilità di identificarsi, sia nel libro che nella vita reale:
Le vicende del protagonista,  François, narrate in prima persona, sono estremamente decadenti e di cattivo gusto, seppur descritte con una bravura tale da farle apparire imprese eroiche. La mancanza di un nucleo famigliare solido portano il nostro anti-eroe a cadere in un tunnel di frustrazioni ed insoddisfazioni. Tra prostitute che non riescono ad essere il surrogato alla donna amata – una giovane ebrea che apprezza esser sodomizzata – e cibi take away scaldati nel microonde, la malsanità della globalizzazione e della libertà più assoluta è esposta in tutta la sua squallida normalità.
A  coté di questo personaggio triste ci sono quattro figure di rilievo: il giovane professore Godefroy Lempereur, identitario e tradizionalista, due anziani rassegnati alla storia ed il ricco Rediger, islamico.
Lempereur è un bel ragazzo di 25 anni, entusiasta, pieno di vita ed energia. Ha speranza nell’avvenire ed è l’anti-nichilista per eccellenza. Appassionato del feroce poeta simbolista cattolico Léon Bloy, anch’egli si rivela essere un talento precoce della letteratura. Lempereur, col suo rifiutarsi di lavorare in un’università stretta nel giogo della Sharia, incarna i valori dalla religione, della tradizione, dell’arte e della morale europei. Compare nel romanzo prima che la socialdemocrazia francese manipolata dai partiti di sinistra sbarri la strada a Marine le Pen, cedendo la presidenza al musulmano Mohammed Ben Abbes. Lempereur, all’inizio, invita François nella propria villa e gli spiega come sarebbe possibile fare la rivoluzione per preservare i popoli europei.  Vorrebbe guidare una guerra civile contro gli islamici facendo arruolare tanti giovani della destra identitaria nell’esercito.  Le sue parole però non vengono ascoltate da nessuno. Quando in Francia si instaura il regime musulmano – le donne devono lasciare i posti lavoro, coprirsi, ecc.-lui semplicemente svanisce. Come Lempereur anche Myriam – l’ebrea – rifiuta di sottomettersi all’Islam, ma, anziché tentare di combatterlo, fugge in Israele.
La coppia di anziani rassegnati (un’ex agente segreto  DGSI sposato con una professoressa della Sorbonne) rappresentano coloro che accettano la politica senza opporsi. L’università della Sorbonne, adottando la Sharia, si vede costretta a licenziare la professoressa perchè donna. Lei , in nome della tolleranza ed in cambio di una bella pensione, accetta serenamente quest’ingiustizia e si adatta tranquillamente al nuovo regime traendone tranquillità e quiete casalinga. La coppia possiede una casa di vacanza vicino a Poitiers, nel villaggio Martel. È li che Carlo Martello nel 732 sconfisse definitivamente  l’orda musulmana, permettendo così l’instaurarsi del Cristianesimo in europa. A detta dei vecchi coniugi, è arrivata l’ora di cessare le guerre e allearsi con l’Islam.
Robert Rediger è il personaggio chiave della salvezza del protagonista, ma anche del declino del nostro Occidente. È un uomo colto nato in Olanda che nel 2013 ha deciso di convertirsi alla religione islamica per trarne vantaggi economici. Da quando si è instaurato il nuovo regime politico musulmano ha assunto la carica di rettore della nuova università islamica di Parigi. Rediger è un grande stimatore del nostro anti-eroe, e lo vorrebbe come professore alla Sorbonne islamica. Gli propone di convertirsi alla sharia in cambio di soldi, giovani mogli bellissime e di un posto di lavoro a tempo pieno  nella migliore università del mondo. Ed il protagonista, emblema del nichilismo e della rassegnazione, accetta per vivere felice e contento.
Dopo aver letto, in breve, queste tre diverse posizioni vi invito a rifletterci. Chi difende i valori della civiltà europea costruisce un futuro saldo, chi invece è a favore della tolleranza, della “libertà” e dell’interculturalità è complice della putrefazione della nostra era. La scrittrice francese  Christine Angot ha detto che “Sottomissione è  un romanzo che sporca chi lo legge. Non è un libro, ma un graffito. Merda a colui che lo leggerà”. Lei, tipica scrittrice moderna, tollerante e libertina, nei cui libri arriva persino ad elogiare l’incesto tra padre e figlia, è rimasta sfregiata dalla crudele analisi della realtà di Houellebecq. Sa che se tutti si comportassero come lei, sull’Occidente non resterebbe che stendere un velo nero di vergogna. La plastica dell’età moderna, tra l’incudine ed il martello, diventa briciole.

La Forza d'Amare

La Tanatosi è quel comportamento che assumono gli animali quando si sentono in pericolo. Così, chi ha paura di Amare, si sente insicuro o ha sofferto troppo, tende a fingere di disprezzare la festa di San valentino.

Se una Creatura avverte d’essere oramai braccata e ha paura di venir divorata da un predatore, temendo di non aver via d’uscita, si prostra a terra col ventre in aria fingendosi morta.  Allo stesso modo la filosofia Nichilista è la Tanatosi dello spirito. Avvalendosi dell’Ateismo, di Nietzsche, della modernità e del libertinaggio l’uomo contemporaneo , sentendosi minacciato dal temporale, si getta a terra coi genitali al vento. 

Gran parte dell’umanità attualmente reagisce alla paura dell'Età Moderna fingendo d’avere il Cuore morto. Di fatto, però, pulsa ancora. E la minaccia dell’età contemporanea, dell’Individualismo e dell’egoismo più nichilista, non è di fatto veramente mortale per lo spirito. Come la salamandra che tra le fiamme non brucia, anche il nostro Animo più buono ed illuminato non si lascia imputridire dalle minacce.  Benché, oramai timorosi di venir divorati dal Male predatore, assumiamo inconsapevolmente e momentaneamente un atteggiamento di Tanatosi dei Valori.


All’alba di oggi, che è San Valentino 2015 e si commemora il santo morto martire, ho passeggiato sotto la pioggia per le pittoresche vie dell’antico borgo di Pavia. Stritolata nella nebbia la cupola del Duomo non riusciva a brillare al nascere del sole, benchè, sapendo quant’è bella col ciel sereno, riuscissi ancora ad apprezzarla. La tanatosi dello spirito, sovente costringe l’osservatore a disprezzare le bellezze Architettoniche solo perchè circondate da nebbia e sferzate dalla pioggia. Oggi, le guglie bagnate della Santa Chiesa  paiono persino viscide, come se le nubi crudeli vi avessero pianto e sputato sopra. Di fatto, nonostante l’apparenza corrotta, a guisa della salamandra che non si consuma tra le braci, anch’essa all’interno offre mosaici splendidi ed archi sublimi verso al cielo.

Essendo oggi la festa del Santo Patrono San valentino, oramai pubblicizzato come il protettore degli appassionati carnalmente e degli Epilettici – le analogie sono del tutto casuali- ho deciso di render visita all’iconografia di ciò che io reputo esser la più valida incarnazione dell’amore.
 Il Cristo. dopo aver scavalcato le pozze di fango che insozzano l’entrata della Chiesa e otturandomi il naso nell’ingresso che puzza di chiuso, sono entrata negli splendidi interni del duomo di Pavia.

Dio ha imposto all’uomo il Libero Arbitrio e venir meno a questo dovere, lasciandosi vivere dal caso e dagli istinti, è l’elemento tipico di coloro che hanno eretto il Nichilismo ad unica filosofia possibile. Così, padrona del mio cammino, HO SCELTO di andare di fronte ad un dipinto di Cristo. L’essere passivi, lasciarsi sballottolare dal Caso e dal Caos come dadi su  tavolo rosso e nero d’un casinò equivale alla Tanatosi. È fondamentale fare delle scelte ed assere certi della propria meta, per  poter davvero Vivere come si vuole. Non è giocando a dadi che il Parzival raggiunse il castello del Re Pescatore.  


Nonostante le frustate inflitte dalla pioggia, la Creatura timorata dal temporale ,  deve avvalersi del Libero Arbitrio, della forza di volontà, per rigirarsi e rimettere la terra sotto le zampe. La Creatura con la schiena a terra, sottomessa e che si finge morta per non morire, è simile all’Appeso ( Arcano XII) che sorridendo si lascia oscillare dal vento, non più padrone del proprio sentiero. Questa Tanatosi è uno stato temporaneo e non può durare per sempre. 

L’Uomo Libero è colui che è padrone del proprio destino, che rimette i piedi a terra ed alza la testa verso al Cielo.  Egli può usare la Volontà per perseguire il Bene ed, a guisa d’una Pietra color rubino, non si lascia più consumare dalle intemperie e dal fuco dei lampi. L'uomo Libero, è colui che, come il pellicano, sceglie di strapparsi il cuore per darlo come nutrimento ai suoi pulcini amati.

L’aver il coraggio d’Amare ancora, nonostante le frustate della pioggia  ed il fango, è la più grande vittoria.  Buon San Valentino, Fratelli <3 <3  

lunedì 9 febbraio 2015

I m Not Anonymous

Sul sito degli Anonymous che hanno crackato un sito dell'ISIS c'è scritto:

"Noi siamo musulmani, cristiani, ebrei.  Noi siamo giovani e vecchi, gay ed etero.Siamo di tutte le razze e veniamo da tutti i paesi, religioni, etnie. "

Noi CHI, scusate? Io non mi identifico in questa descrizione generica. 

(...)  Noi indossiamo vestiti fighi e stracci. Ricordate, i terroristi che si fanno chiamare Stato Islamico non sono musulmani. Isis, Noi ti daremo la caccia. Noi attaccheremo i tuoi siti, ogni vostro account, ogni vostra email. D’ora in poi non ci sarà nessun posto sicuro per voi online. Sarete trattati come un virus e noi, noi siamo la cura. 
Noi possediamo Internet, noi siamo Anonymous. Noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo. Noi siamo la Legione”.

Questo urlo di battaglia è, come riporta difesaonline.it, sostenuto ed apprezzato anche dai governi di tutto l’occidente. A quanto pare, le grandi istituzioni politiche hanno trovato quindi in Anonymous un valido  alleato nella guerra contro l’estremismo islamico. E, soprattutto, un valido alleato per annientare le identità etniche,religiose e culturali dell’Europa.

Proviamo ora ad analizzare con occhi critici questo “ Noi siamo anonimi”: Siamo proprio certi di essere TUTTI musulmani, ebrei o cristiani? Siamo davvero sicuri di essere TUTTI gay o etero e chi se ne frega della differenza? Abbiamo davvero voglia di essere delle persone ANONIME; senza volto e senza nome?
Io non credo proprio. Io non ho nessuna intenzione di combattere l’ISIS nell’anonimato e diventare una semplice ombra in mezzo alla massa di nessuno. In un occidente che tende sempre di più ad annullare l’identità dei singoli individui voler combattere l’ISIS facendo parte di una legione di visi mascherati mi par vile.

Io non mi vesto di stracci, ho a cuore la mia religione cattolica e sono fiera dei miei occhi azzurri. 
Io non sono anonima, ho un nome. Ho un'identità. Io sono un'Individualista, quindi fortemente legata alla mia identità ed alle mie radici storiche, culturali ed antropologiche. 
La presenza di un nemico comune deve alleare la pluralità dei popoli occidentali, ma non bisogna cadere nel tranello del confondere l’azione con l’essere

Nel 1751 i Veneti, gli Spagnoli, i Savoia, il Ducato di Urbino, il Gran Ducato di Toscana, i Cavalieri di Malta e lo Stato Pontificio si sono uniti in una Lega Santa per combattere contro l’avanzata dell’impero ottomano. Queste 8 diverse potenze hanno compiuto tutte la stessa azione per abbattere definitivamente l’armata del Califfo Solimano, ma non per questo hanno tradito il loro essere. Hanno mantenuto la loro identità e si sono poi affermate come nazioni - o combattenti- ben distinti gli uni dagli altri L’agire in comune non deve indurre a credere di essere un Unico elemento, come invece la Legione degli Anonymous sta facendo.
 Il logo degli Anonymous ( qui a sinistra)  rappresenta una povera persona in giacca e cravatta smarrita in un impero globale senza paesi. Questo personaggio alienato, che al posto del cervello ha un semplice punto di domanda, sembra non capire proprio più un cazzo mentre se ne sta li ritto in mezzo alla corona d'alloro di una Società delle Nazioni Unite.
 Osserviamolo. Vogliamo davvero essere così anche noi?

È per questo che Io -  in netta opposizione al nichilismo degli Anonymous che vorrebbero  vincere una battaglia anche al costo di annullare gli individui- mi professo solidale alla loro battaglia, ma contraria al metodo usato.
Una guerra combattuta da personaggi a viso coperto, non può avere i suoi eroi.
Ed un popolo senza eroi, è un popolo o di santi o di schiavi.

Liliane Tami