lunedì 13 ottobre 2014

Obama padre dell'Isis non lo vuol distruggere?

Jimmy Carter è l’emblema di un’America fallita dal punto di vista militare. Durante il suo mandato da 39° presidente degli Stati Uniti ha segnato la resa durante la guerra in Afghanistan , cedendo l’Iran alla Russia. È stato definito uno dei governatori strategicamente meno efficienti dello scorso secolo, eppure, a detta sua, Obama sarebbe ancora peggio. Obama, che forse trovò il premio Nobel per la pace in omaggio in un pacchetto di patatine Chips, ha annunciato le scorsa settimana una folle, ed insensata, corsa al riarmo nucleare.
Per volere del presidente, emblema della pace, in un decennio verranno investiti 335 miliardi di dollari nell’industria bellica per fornire all’esercito USA nuovi e più sofisti ordigni atomici. Il New York Times ha esposto l’elenco dei nuovi giocattolini USA , che entro al 2034 verranno a costare mille miliardi, ossia 12 sottomarini nucleari, 100 bombardieri atomici e 400 silos di lancio di icbm , per non parlare di tutti quei contributi milionari che vengono versati alla Boston Dynamics per le sue ricerche nell’ambito della biorobotica.
Eppure, nonostante l’attuale armamentario distruttivo presente negli hangar americani ed i sofisticati droni beatamente parcheggiati nei magazzini della Silicon valley, i poveri S.A.L.S. americani sono ancora mandati a saltellare con addosso tutine verdi nelle regioni devastate dall’Isil. La politica di Obama , paradossale , risulta incomprensibile: da una parte si sta impegnando a rifornire l’America di armi – nonostante nessuno la stia minacciando direttamente- , a scapito dei cittadini che sempre più spesso finiscono a morire di emorragia nei parcheggi degli ospedali, e dall’altra non utilizza le armi a sua disposizione, come le bombe al neutrone, che uccidono le persone ma mantengono intatti gli edifici, contro alla sempre più grave minaccia dell’Isil.
Carter, che trent’anni fa si mostrò troppo lento nell’attaccare l’Iran, oggi accusa infatti Obama di compiere lo stesso tragico errore, infatti, parlando del popolo americano, afferma che “Abbiamo atteso troppo, abbia consentito all’Isis di incrementare il suo potere finanziario, la sua forza, i suoi armamenti, mentre si trovava ancora in Siria. Poi quando l’Isis si è spostata in Iraq, i sunniti non hanno obiettato che fossero là e un terzo del territorio dell’Iraq è stato abbandonato»
E, paradossalmente, mentre John Kirby, portavoce del pentagono, si dice fiero per aver mobilitato una misera manciatina di ridicoli aerei da guerra per “liberare” Koban dall’invasione islamica, le testate americani Politically non fanno che criticare la Russia di Putin, anzichè focalizzarsi una volte per tutte contro al vero nemico della democrazia occidentale, ossia l’estremismo religioso orientale.
Liliane Tami

http://www.mattinonline.ch/obama-premio-nobel-per-pace-piacciono-armi-nucleari/

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