venerdì 12 settembre 2014

Se va bene il velo va bene anche lo scolapasta

Ecco la lettera che Liliane, una ragazza ticinese, vuole inviare alle autorità, dopo che le è stato rifiutato di utilizzare una foto con lo scolapasta in testa, essendo lei di religione pastafari, per la sua carta d’identità:

Egregi signori, quest’oggi mi sono recata presso allo sportello di Lugano, in Via Balestra, per fare una nuova carta d’identità.
Io sono una giovane studentessa di filosofia che, vivendo in un paese fondato sulla democrazia e sul principio secondo cui “ la legge è uguale per tutti”, ho il diritto di pretendere di essere trattata al pari degli altri cittadini. Recentemente Berna che affermato che è possibile fare le fotografie dei documenti di identità indossando un copricapo sulla testa in virtù di una fede religiosa. Io mi sono presentata presso i vostri operatori con uno scolapasta di colore giallo sul capo, ma non mi è stato permesso fare la fotografia per il documento. Non capisco perchè la mia fede religiosa sia trattata in modo differente rispetto a chi segue il Sacro Corano e può permettersi di indossare il velo nelle fotografie.
Io, che sono fermamente convinta che il dono più bello datoci da Dio sia il Libero Arbitrio, ho deciso di aderire alla religione del Pastafarianesimo. Tale dottrina, nata negli ultimi decenni, affonda le proprie radici nell’illuminismo e vuole essere un elogio all’Umana Dignità data dalla Ratio. Come teorizzava il celebre filosofo Betrand Russel , avvalendosi del celebre “ So di non sapere “ Socratico, l’unica cosa in cui possiamo aver fede è la consapevolezza l’indimostrabilità del’’esistenza del Signore. Perciò, a detta sua, Dio potrebbe anche essere una teiera rosa galleggiante nello spazio. In virtù dell’indescrivibilità di Dio, rifacendomi alla teologia negativa tanto cara a St.Agostino, ne elogio l’indicibilità e la Magnificenza raffigurandomelo come uno mostro di spaghetti volanti con polpette. In virtù della mia fede più cieca nel Libero Pensiero da oramai un anno e mezzo ho deciso di aderire seriamente al pastafarienesimo facendomi chiamare “ Suora” ed iniziando a seguire dei corsi di teologia presso le suore Canossiane di Pavia, città in cui seguo con ottimi risultati la facoltà di lettere e Filosofia.
Attualmente indosso uno scolapasta di colore giallo perchè questa particolare graduazione cromatica( Citrinitas) nell’antica tradizione ermetica rappresenta la fase di sublimazione dell’Essere che da Albedo diviene Rubedo, all’interno dell’allegorico forno Athanor, incorporato dal nostro Corpo. In futuro, quando avrò raggiunto la giusta Saggezza Interiore, potrò permettermi di indossarlo di colore Rosso al fine di mostrare al mondo il mio grado. La prego di non ridere di queste mie credenze, perchè altrimenti sarebbe costretto a ridere anche di Iblis, il demonio nemico di Hallà che, a detta di mistici medioevali e sufisti del calibro di Ibn Arabi, potrebbe anche essere un Jiin proveniente da altri pianeti.
Nel 2011 Niko Alm ha vuto il diritto di indossare il copricapo sacro sulla foto della patente, e anche nella Repubblica cieca Likaks Novi l’ha con orgoglio indossato per fare la fotografia dei documenti ufficiali. Eddie Castillo in Texas ha avuto il diritto di manifestare la sua fede religiosa in questo modo sulla testa quindi io non vedo perchè qui in Svizzera non si potrebbe. Per questo, io chiedo di poter essere trattata esattamente come gli altri cittadini di fedi differenti. Quindi anche io esigo esser immortalata con il sacro copricapo oppure bisogna impedire a tutti di avere qualsiasi cosa in testa.

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