martedì 8 luglio 2014

Anarchia fa' rima con Borghesia


 
 
Anarchia e Borghesia sono perfettamente compatibili
 
(se non fosse per la questione dell'evasione fiscale)
 
 
Per anni molte persone hanno scambiato l’Anarchia con la libertà di fare tutto ciò che desideravano, e questo concetto filosofico-politico è stato tristemente trasformato in un sinonimo di “rabbia” e “trasgressione”.
 
Una persona che per sua natura è incline a violar le regole e si sente in dovere di provocare e mettere in discussione i valori sociali è un ribelle, un anticonformista, un rivoluzionario, ma, paradossalmente, non un’Anarchico. 
 
Ma allora cosa è l'Anarchia ?
 
Innanzi tutto va sfatato il mito dell’anarchia intesa come violenza, caos e mancanza di Dio, perché è esattamente l’opposto.
I concetti fondamentali dell'Anarchia sono:
 Individualismo, meritocrazia e proprietà privata, che sono esattamente gli stessi che vigono in una società democratica.
 
D'altronde, l'anarchia è la sublimazione di una confederazione democratica in cui ognuno dispone del diritto di voto. Quindi, l'anarchia è perfettamente compatibile con la borghesia imprenditoriale, tranne per la questione riguardante i doveri verso lo stato, ossia le tasse.
 
Significato

Etimologicamente il termine “Anarchia” deriva dal Greco Archéin, che significa governare, principare. La “An”invece lo nega. Anarchia significa quindi “senza governo, senza origine unica”. Un sinonimo d’Anarchia è Acrazia, che letteralmente significa “Senza Potere”.   Il fatto però che non esista un’autorità superiore non significa che ci sia la libertà assoluta, anzi, è proprio a causa della mancanza di una qualsiasi forma di potere che in un’ipotetica utopia Anarchica gli individui debbano essere impeccabilmente disciplinati. 
Freudianamente parlando, l'Anarchia è possibile solamente in uno stato in cui ognuno è governato dal SUPER-IO, ossia possiede l'autodisciplina più ferrea.
 
Le origini
Il primo uomo a definirsi “Anarchico” e a dare un senso positivo al termine fu il filosofo francese Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865).   
 

Proudhon scrisse: “L’anarchia è l’ordine senza potere”, perché era profondamente convinto che l’Uomo in determinate condizioni fosse abbastanza intelligente per autoregolarsi ed autoimporsi delle regole etiche e morali. Il Filosofo Acratico credeva che se fossero state le persone stesse a darsi le regole da sole le avrebbero rispettate non come un dovere ma come un piacere. Evidentemente questo filosofo aveva sbagliato, perché l’uomo non è ancora abbastanza intelligente per crearsi da solo i suoi stessi confini. L’obbiettivo dell’anarchia secondo Proudhon è quello di trovare un armonico equilibrio tra individuo e società, tramite l’abolizione dello stato e valorizzando i possedimenti ed i valori dei privati.
 
Questa idea per il momento è attualizzabile solo in piccole comunità, dove ognuno vive nel suo spazio come vuole ponendosi però da solo la regola di non invadere lo spazio degli altri. Il rispetto e lo scambio di favori (baratto) sarebbero i mezzi con cui verrebbero attualizzati gli scambi ed il “commercio” nell’ipotetica utopia-anarchica del filosofo Francese.  Partendo da queste idee sono stati fatti dei tentativi di creare delle piccole comunità Anarchiche.
 
Tentativi di comunità

 Alle fine del 1800 alcuni Anarchici Italiani andarono in Brasile meridionale proprio per seguire il loro ideale di Libertà ed altruismo, per aiutare gli abitanti del luogo. Questi emigranti crearono dei villaggi in cui accoglievano le persone povere del brasile e donavano loro arte e cultura, insegnandoli i principi morali ed insegnando che la libertà di uno non deve invadere quella degli altri.

L’“Utopia Cecilia”, così si chiamava questo villaggio, si basava sulla libertà, sull'individualismo, sulla meritocrazia ,sul senso personale del dovere e sulla sintesi dei Dieci Comandamenti Cristiani, ovvero
                                                  “ Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”.
 

 Questo meraviglioso progetto di Pace ed Anarchia però era mal visto dagli altri paesi, che trovavano infame e vergognoso il libero amore e la “poligamia” che andava a crearsi. Nessun rapporto sociale era vincolato da documenti e da attestati di nessun tipo, infatti gli individui semplicemente parlando ed ascoltandosi riuscivano a relazionarsi con armonia e rispetto, fintantoché gli istinti animaleschi non prendevano il sopravvento.
 A causa di questa presa di libertà sessuale le persone dell’epoca si scandalizzarono, e varie istituzioni criticarono questi villaggi “ in cui gli uomini colti e saggi sceglievano di vivere come animali”. Le Comunità Anarchiche vennero fatte chiudere, ed anche la povertà delle regioni contribuì a far tristemente fallire il progetto. Queste brevi esperienze di comunità “acratiche” (senza potere) mostrarono che il filosofo Prodhon aveva ragione, ovvero che l’uomo possiede la capacità d’esser spontaneamente buono e di autoregolarsi. Questo diede speranza a tutti gli Anarchici del mondo, che benché incompresi continuavano a professare il loro ideale.  Negli anni ’60 del secolo scorso, grazie al mega concerto di Wood Stock, alle rivoluzioni del ’68 e l’ideologia della gente che andava cambiando furono fatti molti progressi nell’ambito dell’”ideale Anarchico”, ma, purtroppo, senza mai riuscire a creare progetti decenti e concreti.
 
Il degrado dell'Anarchia: Dalla libertà al vizio
 

Nacquero parecchie comunità Hippyes che vivevano senza regole e senza vincoli di nessun tipo. Questi Figli dei Fiori vivevano in fattorie e campi quasi perfettamente autarchici (non avevano bisogno di aiuti esterni), ma , essendo sprovvisti di una ferrea autodisciplina e lasciandosi distruggere dai piaceri e dai vizi non riuscirono a ultimare i loro progetti.
 

Questi Hippies non erano in grado di gestirsi tramite l’autoregolazione. Da soli riuscivano a capire cosa era giusto fare affinché la loro quieta società potesse continuamente migliorare, ma l'assenza di un dogma come " L'Ora et labora" di St.Ignazio o il concetto di "Arbeit Macht frei " li ha fatti decadere, vittima della pigrizia. La libertà , a meno che non sostenuta da un super-io mostruosamente rigido, degenera in bestialità.
 
Nelle comunità di “coloro che cercavano il nirvana” ( paradiso),  la gente viveva la giornata e lavorava il minimo indispensabile per il piacere di recare felicità al prossimo  degradarono abbastanza in fretta, a causa delle sostanze illegali che vi circolavano. I figli dei fiori avevano instaurato un progetto bellissimo, ma poi la libertà si trasformò in una pigrizia latente, che causò il declino delle comunità.  Nessuno lavorava più per né per gli altri né per sé, perché credeva che tutti gli altri si sarebbero occupati di lui. Molti altri progetti d’Anarchia pacifica vennero messi in moto da persone di cultura occidentale, ma fallirono pressoché tutti. In talune isole sperdute dell’arcipelago o in luoghi smarriti nell’entroterra piccole tribù d’indigeni o d’eschimesi riescono a vivere senza bisogno di prevalere l’uno sull’altro, ma il loro numero è così esiguo che non vengono nemmeno la vecchia idea pessimista, che sostiene che l’uomo è un lupo per gli altri uomini ( Homo Homini Lupus).
 
 In conclusione, allora, cosa è un’anarchico?
 
Un’anarchico non è un individuo arrabbiato col mondo che cerca di distruggerlo per poterlo  cambiare, come cantavano i Sex Pistols, e non è nemmeno un tizio che armato di pistola uccide tutti i tiranni che incontra  per far prevalere il suo ideale di libertà.
 
Un Vero Anarchico è un lavoratore, rassegnato ed oramai grato al capitalismo e che , dotato d'altruismo, opera per creare posti di lavoro nella società e compensare così le lacune lasciate dallo stato.
l'Anarchico è pieno d’amore per il mondo, acquista potere con la ricchezza guadagnata col sudore ma è umile e cristianamente misericordioso, non per dovere ma per piacere.
L'Anarchico borghese opera nella speranza di creare un futuro in cui ognuno è libero d’imporsi le regole ed i doveri che vuole, partendo dall'Imperativo categorico di Kant.
 
Per questo, la condizione dell'Anarchico laborioso, dedito allo studio ed lavoro e rispettoso verso agli  altri, è di fatto, simile a quello del devoto religioso nei conventi. Il grande imprenditore che, facendo del capitalismo la sua religione, è riuscito a sovverchiare tutte le gerarchie ed a realizzare la sua " Beruf", intesa come vocazione professionale ed individuale ed offrendo posti di lavoro all'affamato, riuscendo ad evadere il fisco e provvedendo lui a donare alla società i beni che altrimenti sarebbero in mano allo stato ne è il campione perfetto.
 
Le persone che avevano bisogno d’evadere dalla società fuggivano nei “villagi anarchici” alla ricerca di un mondo migliore senza regole, senza guerre, senza religione e senza poliziotti. Ma, volendosi ribellare all'inevitabile capitalismo, degeneravano.
  Un mondo costituito interamente da anarchici - o da frati e suore- non ha bisogno di eroi che con le loro azioni supererogatorie compensano il male commesso dagli altri
Una celeberrima canzone che descrive proprio questo “mondo perfetto” è “Imagine”di John Lennon, in cui viene descritto l’Ideale Anarchico, senza potere e senza crudeltà è di Generosità ed Altruismo, Libertà e Coscienza.
 
L’acrazia è stata troppo a lungo confusa con l’Egoismo, il caos e la violenza, ed adesso è giunta l’ora di spogliarsi da tutti i vecchi ed insensati pregiudizi . Questo sogno di pace, libertà in cui è apprezzata la differenza tra gli individui  è soltanto un’idea che vive nel cuore di molti artisti, poeti e sognatori: è l’isola che non c’è, e che , finchü non saremo tutti santi, non ci sarà mai.
 
Ma, per fortuna, tutti gli esseri umani sono stati bambini, quindi ognuno conserva in fondo   all’animo un piccolo artista incompreso, che aspetta solo di alzare la voce e partire alla ricerca di quest’isola, in cui regna l’utopia perfetta.
 
 
 
 
 
 

 

Malcom X- Il pezzente dai buoni ideali


 Malcom X scherzò dicendo che un giorno il Presidente degli Stati Uniti sarebbe stato un nero. E lo uccisero.
 
Malcom Little nasce nel 1925, nell’America festosa ma razzista che si vede nei vecchi film in bianco e nero. Egli era mulatto perché sua nonna era stata stuprata da un bianco, e in quell’epoca, in cui lo schiavismo dei neri non era ancora totalmente passato di moda, ciò era motivo di vergogna. Non perché suo nonno fosse uno stupratore, bensì perchè la nonna era una “Niggaz”. Questo essere un “mezzo sangue”  creava tensioni in famiglia, e la madre, già nervosa per i fatti suoi, dopo alla morte del marito impazzì totalmente.
 
 Il giovane Malcom venne piazzato in una famiglia adottiva e iniziò a frequentare la scuola. Era un allievo molto bravo ed intelligente, desiderava diventare avvocato... ma essendo mezzo negro non avrebbe mai potuto.  Studiò molto e con passione, ma le sue ambizioni s’arenarono in fretta: Venne ricompensato diventando lustratore di scarpe in un Night Club. Essendo quest’imbarazzante attività poco lucrativa  decise d’arricchirsi lavorando nel settore commerciale, e saziò il suo portafogli grazie ad un allegro traffico di droga e ad simpatici giri di prostituzione. Questo losco energumeno decise di recarsi a fare qualcosa di buono per il mondo, quindi ebbe la geniale idea d’andare a morire per la sua crudele patria in guerra, ma essendo un drogato venne ritenuto “psicologicamente inadatto”. Si offese e la sua condotta nei confronti della Madre Patria peggiorò ulteriormente.
 
Nel 1946 venne arrestato, e si rifiutò di dire il suo cognome alle autorità. Viene così gentilmente segregato in una putrida cella d’isolamento per due atroci mesi, finché non sputò il rospo. È proprio a causa di questo suo lungo e cocciuto silenzio, emblema di una personalità forte ed ostinata, che poi scelse di chiamarsi Malcom X.
 
Resta in prigione per una decina d’anni, e un tale Eliah Muhammed, capo dell’associazione islamica N.O.I. , diventa un suo caro amichetto e gli propone di convertirsi all’Islam. Malcom accetta l’allettante proposta, ed inizia ad occupare le sue lunghe, tediose e squallide giornate pregando e studiando a memoria il vocabolario, al fine di diventare colto, intelligente e saggio come i bianchi.
Il 7 agosto 1952  venne rilasciato e si recò di corsa dall’anagrafe per farsi cambiare il cognome in X, perchè si vergognava delle sue origini da schiavo e con la fondina piena di buoni ideali di pace ed amore s’incamminò verso ad una nuova vita.
 
Ma la CIA si accorse di questo cambiamento e si insospettì, ed iniziò a pedinarlo credendo fosse un lurido comunista mangia-bambini che voleva distruggere gli Stati Uniti.  Intanto l’associazione islamica del suo socio Eliah continuava a crescere, e da 500 gli accoliti ben presto divennero 3 mila. Ma l’amicizia tra i due utopisti pian piano iniziò ad incrinarsi, perché Eliah faceva atti estremisti legati alla religione ed inoltre cornificava la moglie, cosa che Malcom proprio non tollerava. I due inevitabilmente litigarono e si separarono.  Intanto altri membri dell’associazione N.O.I  iniziarono a disprezzare Malcom, che decise di staccarsi dal gruppo e partì da solo in pellegrinaggio in Islam alla ricerca della sua vera identità spirituale.
 
Grazie a questo viaggio il Signor X si rese conto che l’Islam (come tutte le religioni, se ben applicate) avrebbe potuto abbattere le barriere sociali e razziali che stritolavano il povero mondo.
Scrisse una lettera di pace e la N.O.I. si arrabbiò con lui perchè sostenevano avesse tradito l’Ideale Estremista Islamico, i Neri volevano ucciderlo perché era un traditore ed i bianchi lo disprezzavano perché secondo loro era un negro comunista.  Essendo portavoce di alti ideali di pace, come il rispetto, la tolleranza e la multietnicità venne giudicato un personaggio scomodo. Cercarono di farlo zittire facendogli esplodere la casa e minacciandolo, senza successo.
Ma purtroppo gli estremisti, che sono sempre i più ostinati, non si diedero pace fino a quando non sporcarono la terra col suo sangue mulatto. Venne ucciso per permettere  alla società di fare indisturbata i suoi porci comodi senza dover confrontarsi con la coscienza.
 
E così 12 febbraio 1965 Malcom X, mentre arringava un discorso pubblico sul rapporto pacifico tra bianchi e neri venne trucidato dai razzisti neri che erano contrari alla pace e al rispetto tra le razze. Per ironia della sorte fu forse l’unico omicidio di quegli anni commesso dai neri ma approvato anche dai bianchi.     
 
                        

Contro al femminismo

Spingendo al limite la tesi di Greer, secondo cui la donna oggi è un "eunuco femmina" io -donna- affermo di essere MASCHILISTA.


Maschi e femmine son diversi, ed hanno, per natura, funzioni diverse. Una donna che rinnega l'archetipo femminile, ruttando, facendo la grezza, essendo aggressiva ecc. è snaturata . la biologia, coi ferormoni, impera alle femmine d'Essere dolci, compassionevoli , gentili e più propense all'Amore che alla guerra .


 É triste veder donne che scimmiottano gli uomini, cercando di passar per dure e per "fighe". La donna non deve vantarsi d'"avere le palle" deve semplicemente essere ferma nelle sue decisioni. È colpa delle UOMINE degli anni sessanta, che, trasformando una lotta per l'uguaglianza in un'esagerazione, oggi gli uomini reprimono il loro istinto da cacciatori, perchè terrorizzati.

L'homo sapiens è fatto per vivere in famiglie patriarcali . Se la donna vuol far soldi e carriera, difficilmente potrà svolgere il compito per cui Dio l'ha programmata.

La tesi secondo cui la donna debba stare a casa ad occuparsi dei figli è estremamente borghese perchè presuppone che il reddito dell'uomo sia abbastanza alto da coprire il fabbisogno di un'intera famiglia, ma, stando a filosofi positivisti, come Darwin e Spencer, è corretta.

 Oggi viviamo in un'assurda società che vuol rinnegare tutte le differenze, al punto tale che ibridi mostruosi come Concita Wurst, la donna barbuta, vengono elogiati come miti dell' "indifferenziato".
La Differance, tanto cara a Derridà, oggi par essere un argomento tabù. Ci si vergogna della differenza tra i sessi : molte donne sembran trans e la televisione elogia gli uomini effeminati.
 La differenza di stipendio , benchè nuocia a me in primis, è utile al bene della comunità e della famiglia tradizionale.

domenica 6 luglio 2014

L'euro: La sorgente nazista dell'Europa (di Liliane Tami)

L'Euro: 
La Sorgente nazista dell'Europa - Liliane Tami

Già nel 1997 il Corriere della Sera aveva pubblicava articoli in cui erano spiegate le origini antidemocratiche dell’unione europea. A quei tempi il flagello dell’Euro non aveva ancora sodomizzato gli italiani, ma già il colosso dell’informazione iniziava a mettere in guardia sugli svantaggi che sarebbero derivati dall’abbandono della vecchia lira. Oggi, diciassette anni dopo, abbiamo la conferma dello scempio causato dall’unità monetaria . L’involuzione autoritaria fatta in nome della moneta unica con la privazione del segreto bancario si sta oramai affermando anche in Svizzera. Come era stato predetto dal giornalista Riccardo Chiaberge del Corriere della Sera e da Barbara Spinelli della Stampa i tecnocrati di Bruxelles sono oramai riusciti a sospendere le libertà costituzionali e il sogno europeo si è rivelato essere un drammatico cappio al collo dei popoli.
Sempre nel 1997 lo storico John Laughland , che collabora anche con il Wall Street Journal e il Sunday Telegraph, pubblicò un saggio intitolato The Tainted Source ( la sorgente infetta) in cui mostra come il programma di costituzione del Reich Europeo di Hitler sia l’embrione dell’attuale Unione Europea. La sorgente infetta dell’Euro individuata da Laughland è il progetto nazista chiamato Europaische Wirtschaftgesellschaft. Tradotto in italiano significa«Società economica europea». È un mostruoso disegno di dominio in cui il controllo monetario e politico si fondono.
I discorsi di Hitler, rafforzati poi da Joseph Goebbels, ministro della propaganda nazista che aveva organizzato roghi libri e non solo, vertevano tutti attorno al bel concetto pacifico di creare “ Un’europa come una famiglia di popoli”. Questo genere di metafore vengono scritti anche nei discorsi che la cancelliera Merkel deve poi recitare in pubblico, a favore del partito cristiano-democratico che di cristiano e democratico non sembra avere proprio un bel niente. Il fatto che nel 2008 Sarkozy le abbia assegnato il premio Carlo Magno, in onore del primo Imperatore del Sacro Romano Impero, è uno sfregio alla VERA democrazia.
D’altronde, con la scusa della Pace tra i popoli, dell’integrazione e della tolleranza anche Adolf Hitler aveva iniziato a teorizzare l’eliminazione delle dogane. L’annientamento dei confini è un mezzo strategico con cui attuare una conquista. Infatti Hitler, nei suoi ultimi discorsi, affermò che il suo progetto d’unità tra i popoli avrebbe accolto tutti sotto al cappello di un’Unica europa, liberando dai rischi e dalle competizioni date dal protezionismo e dalle differenti monete. “Tempo cinquant’anni – disse – e la gente non pensera’ piu’ in termini di nazione, bensì in termini d’Europa.” Ecco perchè, paradossalmente, chi fa’il socialista o il sinistroide, mostrandosi contrario alle dogane ed ai nazionalismi, non fa che perpetuare il progetto Nazista. Essere patrioti, ora più che mai, è l’unico modo per opporsi al nuovo reich Nazional-Socialista…
Dopo aver pianificato la conquista geo-politica Goebbels, nel 1938, vedendo le nuove forme di telecomunicazione affermò la necessità d’una forma innovativa d’integrazione economica per l’intera Europa, e perchè no, per l’intero mondo. A parer suo l’egemonia monetaria sarebbe servita a garantire la pace, e questo si è ben visto nei roghi di libri e nei campi di concentramento da lui sponsorizzati. “I popoli dell’Europa stanno rendendosi sempre piu’ conto che molte delle controversie che ci dividono sono semplici baruffe famigliari in confronto alle grandi questioni che devono essere risolte tra i continenti” è una frase detta dal gerarca nazista, ma potrebbe esser tranquillamente pronunciata anche oggi da chi è a favore dell’imminente Patto Transatlantico che soggiogherà per sempre la libertà economica-industriale degli stati europei al volere delle multinazionali americane.
Il progetto concreto della moneta unica è poi stato costruito nel 1942 dal ministro dell’economia nazista Walter Funk, che nel 1939 divenne anche governatore della Reichsbank. L’idea dell’unità economica di Hitler è pressocché identica a quella che attualmente è teorizzata da Mario Draghi, che essendo Presidente della Banca centrale europea ha tutto l’interesse di teorizzare l’impossibilità d’uscita dall’euro. Paul Krugman, premio nobel per l’economia, ha per fortuna smentito il suo farneticare ed ha assicurato che l’euro , bellissimo simbolo emotivo d’unità europea, può tranquillamente essere abbandonato in favore d’una maggior flessibilità delle singole nazioni.
Liliane Tami

http://www.mattinonline.ch/la-sorgente-nazista-dellunione-europea/